... Ma la Bibbia dice di non abbandonare la comune adunanzaVersetto da imparare a memoria, con breve meditazione |
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2010 > ... Ma la Bibbia dice di non abbandonare la comune adunanza |
«E facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci a carità e a buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni son usi di fare, ma esortandoci a vicenda; e tanto più, che vedete avvicinarsi il gran giorno.» (Ebrei 10:24,25)Premessa Diletti nel Signore, purtroppo ci sono dei fratelli che si sono trovati costretti ad abbandonare la comunità che frequentavano e, in seguito a ciò, vengono perseguitati con questo passo in ebrei sopra riportato. Vero è che tale passo esorta i santi a non abbandonare la comunità, ma è altrettanto vero che i santi devono anche considerare se in quella comunità il pastore insegna oppure no le verità di Dio. Se il pastore non sta insegnando ciò che sta scritto nella Parola di Dio, allora sta insegnando delle menzogne e la conseguenza spirituale per chi rimane in quella comunità è devastante, in quanto ci sono eresie che devastano e sviano i credenti dalla fede in Dio e li fanno percorrere le vie laterali, facendoli così abbandonare la strada maestra indicata nella Bibbia. Seguendo le vie laterali i credenti si riempiono di guai, vengono meno nella fede, rimangono ignoranti nella conoscenza della verità, crescono solamente nella conoscenza dei pensieri del pastore e della volontà dell’organizzazione, la quale non salva e non libera da nessun male. In questo ultimo caso, quindi, il credente savio per sopravvivere spiritualmente e rimanere fermo nella fede e nella verità, è costretto a malincuore ad abbandonare la comunità e quel pastore sviato, per non sviarsi e abbandonare il Signore. Per me è stato terribile constatare che certi fratelli frequentano da quarant’anni la comunità, ma hanno poca fede in Dio, non conoscono le Scritture e non stanno portando quel frutto che viene richiesto dalle sacre Scritture, perché si sono addormentati spiritualmente e si sono dati ad obbedire agli uomini anziché a Dio, disprezzando e gettandosi dietro le spalle molte parti delle sacre Scritture. Questa carenza nella crescita spirituale è da attribuirsi agli insegnamenti privi di sostanza e di verità che i pastori predicano dai pulpiti. Quindi, fratelli, è bene che sappiate che il frequentare la comunità non vi mette al riparo dallo sviamento dalla verità e dalle false dottrine, perché in molti casi è proprio dai pastori che vengono trasmesse le false dottrine e le eresie ai membri, producendo nei santi che ascoltano un addormentamento spirituale, un avvelenamento che blocca ogni crescita, anzi, dirò di più, le falsità e le eresie promuovono un ritornare indietro ed un abbandonare persino delle dottrine veraci che si erano ben comprese, per amore del pastore e dell’organizzazione, a svantaggio della Parola di Dio (a questo proposito vi ricordo le parole di Francesco Toppi scagliate dal pulpito contro i sogni e le visioni di Dio, il quale dicendo che i sogni li avevano solo le sorelle con la menopausa, le ha scoraggiate dal testimoniare dei sogni che ricevevano da Dio; nei peggiori dei casi le sorelle non desideravano più riceverli e cercavano di non averli, contristando così lo Spirito santo, regredendo spiritualmente). Purtroppo, ci sono dei fratelli che credono solo a quello che dice il pastore, non mettono in discussione e non sottopongono ad esame per niente ciò che egli dice. Al contrario, la Scrittura c’insegna che tutti i santi devono esaminare ogni cosa che viene loro detta per vedere se le cose sono confermate dalla Parola di Dio, se corrispondono alla volontà di Dio, ed hanno l’obbligo di rigettare con forza ciò che non è confermato dalle sacre Scritture. Ci sono altri fratelli, invece, che sono stati sempre attenti a ciò che insegnava il pastore, e altri ancora che si sono svegliati spiritualmente da poco, dopo un lungo letargo. Ora, tutti questi fratelli vegliano e stanno in guardia del continuo, verificando ed esaminando ogni cosa che gli viene insegnato, analizzando ogni cosa per vedere se le cose che insegna il pastore sono confermate dalla Parola di Dio. Diletti nel Signore, non ignoriamo il fatto che ci sono anche dei fratelli che escono dalle comunità perché vengono ammoniti e non vogliono sottomettersi né al pastore né al Signore; non sono questi uomini che voglio sostenere con questo mio scritto, ma intendo sostenere solo coloro che sono costretti, per amore della verità, a lasciare la comunità che frequentano. Inoltre, è doveroso ricordare, che se un fratello esce da una comunità non significa che si è sviato dalla verità ed ha abbandonato Cristo, ma questa decisione che non è priva di sofferenza, può significare solo che questi non riconosce le dottrine insegnate dal pastore come bibliche, quindi, è stato costretto ad uscirne per salvaguardare la propria anima dall’errore e dalla contaminazione del mondo.
Una breve meditazione sul passo preso in esame Dopo una breve premessa, passiamo ad esaminare più da vicino cosa afferma il passo in Ebrei 10:24,25, cavallo di battaglia e tanto sbandierato da molti pastori contro i santi che si sono separati dalle loro comunità, per accusarli ingiustamente e facendo credere ai restanti membri che i fratelli che sono usciti dalla loro comunità hanno deciso di abbandonare Cristo, come se il Signore fosse presente solo nella loro comunità. Naturalmente, è chiaro che questi pastori la maggior parte delle volte si sbagliano, e non ammettono di essere loro stessi la causa principale dell’uscita dalla comunità di alcuni membri, a motivo delle loro predicazioni prive di verità e di potenza, e per la loro condotta disordinata, priva di carità e scandalosa (sono molte ormai le lamentele che sento da parte di membri delle comunità, i quali si sentono trascurati dal pastore, non vengono visitati, non vengono talvolta neppure salutati, insomma, non sono considerati, e questo li fa soffrire e li porta a pensare di cambiare comunità). In quel passo di cui stiamo argomentando, sta scritto che i credenti devono fare attenzione gli uni agli altri, infatti dice: “E facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci a carità e a buone opere”. In tal modo, se si sta attenti gli uni agli altri, succede che se uno cade, l’altro lo rialza. Badate bene, però, che questo vale sia per i membri che per il pastore, perché se il pastore sbaglia a condursi e a predicare, va ripreso come vanno ripresi gli altri credenti che sbagliano, e tutto deve essere fatto nell’amore del Signore, senza avere dei riguardi personali, neppure per il pastore. È doveroso quando i fratelli sbagliano che vengano ripresi, ma anche un pastore che sbaglia è necessario che sia ripreso, e in taluni casi, la Scrittura insegna che bisogna farlo davanti a tutti, affinché tutti imparino (cfr. 1 Tim. 5:20 e Galati 2:11-21). Inoltre, i membri di una comunità devono incitarsi, spronarsi a vicenda a procacciare la carità e ad essere abbondanti nelle buone opere, tra cui vi ricordo che ci sono anche le elemosine per i poveri. A questo proposito, quando si raccoglie del denaro e si fanno delle collette devono essere usate principalmente per sopperire ai bisogni dei poveri, perché non troviamo da nessuna parte nella Scrittura che le elemosine e le offerte venivano usate per acquistare e costruire locali di culto, per acquistare terreni per andare in vacanza e per il campeggio, ma le raccolte di denaro citate nelle sacre Scritture, fatte dai santi delle varie chiese ai tempi degli apostoli, hanno avuto sempre lo scopo di sopperire alle necessità dei santi che erano in uno stato di povertà. Ponete mente, fratelli, che anche questo è scritto e deve essere messo in pratica, sia dai santi che dai pastori (le mie orecchie hanno dovuto sopportare le parole dette da Felice Loria, il quale contrariamente a quanto è scritto nella Bibbia, ha affermato che l’elemosina non è tra le opere buone che Dio ha innanzi preparate affinché i santi le praticassero. Queste parole dette da Loria non sono prive di senso, anche se non sono bibliche, perché hanno lo scopo di giustificare la destinazione delle offerte in diverse attività che escludono i poveri). Quindi, oggi stiamo assistendo agli sforzi delle chiese e delle organizzazioni rivolte soprattutto agli acquisti dei locali di culto e altri beni materiali, ma non si vede che solo una minima parte viene distribuita ai poveri, quando, invece, questi dovrebbero avere la precedenza nella distribuzione del denaro raccolto, perché così insegnano le Scritture (quando sento che i santi poveri vengono maltrattati mi piange il cuore, e talvolta ho dovuto pure sentire che questi fratelli poveri si sono dovuti rivolgere alla caritas dei cattolici romani per poter mangiare). Certo, tra le parole del passo che abbiamo preso in esame sta scritto anche: “non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni son usi di fare”, ma non bisogna dimenticare che quella epistola fu scritta a credenti giudei, che erano sotto persecuzione per via della loro nuova fede nel Messia ed erano perseguitati in una maniera molto pesante, e a cagione di ciò molti si volevano ritirare e tornare sotto la legge di Mosè per salvarsi la vita, rinnegando così il Messia e la grazia di Dio che li aveva salvati. Quindi, quell’abbandonare la comune adunanza in quel contesto, dobbiamo intenderla non soltanto come “il non frequentare più la chiesa dei santi”, ma significa propriamente l’abbandonare la fede e rinnegare il Messia, rinnegare il Cristo, per timore della morte e della persecuzione dei giudei (questo pericolo esiste ancora oggi, infatti i credenti dei paesi dove non c’è la libertà di religione sono sottoposti di continuo a questo tipo di pressione). Quindi, sia per chi frequenta una comunità, sia per chi non ne frequenta nessuna, l’importante è che nel suo cuore non abbia rinnegato Cristo che lo ha salvato e purificato da ogni suo peccato, rigenerandolo spiritualmente. Ecco, questo i credenti non devono mai fare: rinnegare Cristo. Se qualcuno si ritira da una comunità per motivo di coscienza; se si ritira da un pastore corrotto a motivo di giustizia e in favore della verità, allora il Signore non li riterrà colpevoli di nulla, anzi, li benedirà grandemente e provvederà a dare loro dei pastori secondo il Suo cuore, a suo tempo. Non si può prendere e considerare di questo passo biblico in ebrei solo quello che pare al pastore, solo quella parte e quelle parole che gli fanno comodo, tralasciando le parti a lui contrarie. Infatti, non è corretto citare e spiegare solo la parte che interessa al pastore e tralasciare le altre cose che quel passo dice, ma è necessario anche considerare che quel versetto ci fa sapere che bisogna esortarci a vicenda: “ma esortandoci a vicenda”, e questo significa che sia i membri, che gli anziani, che tutti nella chiesa si devono esortare gli uni gli altri a fare il bene e a fuggire il male. Quando qualcuno fa il male, gli altri lo devono riprendere, lo devono correggere, con amore, ma hanno l’obbligo di correggerlo, anche se chi pecca è il pastore. L’esortazione non è una prerogativa solo del pastore e degli anziani, perché la Parola dice che bisogna esortarsi a vicenda, gli uni gli altri, quindi, tutti devono partecipare a questa opera e deve essere praticata anche nei confronti del pastore e degli anziani, qualora ce ne sia la necessità. Rammentatevi sempre, fratelli nel Signore, che i versetti biblici vanno presi nella loro interezza e tenendo sempre conto che la somma della Parola di Dio è verità. Benché sentiate dire del continuo proprio a certi pastori che i passi non vanno presi ‘fuori dal loro contesto per farne un pretesto’, pure sono proprio loro i primi che a seconda della loro convenienza prendono soltanto ciò che gli fa comodo, per avvalorare forzatamente le loro tesi e farsi una ragione a danno della verità e della Parola di Dio. Un tale uso delle sacre Scritture fa comprendere che certi pastori non leggono la Parola di Dio per comprendere e imparare le dottrine che vi sono scritte in essa, per poi insegnarle ai membri toccatogli in sorte, ma la leggono solo per cercare delle parole che confermino le proprie idee, i propri pensieri e per giustificare la loro condotta, per imporre la sua volontà umana ai membri di chiesa. Ma non si può utilizzare la Parola di Dio in tale maniera, perché la Parola non ratifica i nostri pensieri, ma la sua funzione è quella di modificare la mente ed il cuore degli uomini per portarli ad essere conformi alla volontà di Dio (un tale uso scorretto della Parola di Dio è tipico dei cattolici romani, dei testimoni di Geova e di tante altre sette, quindi, guardatevi attentamente da quei pastori che usano questa tecnica, perché sono pericolosi per le anime vostre).
Non si possono imitare e prendere d’esempio tutti i pastori, ma solo alcuni Oltre a quel passo che abbiamo già commentato, nell’epistola agli ebrei sta scritto anche quest’altro passo, che ritengo sia utile considerarlo perché arricchisce il discorso che stiamo facendo:
È cosa buona davanti a Dio ricordarsi sempre dei propri conduttori, di quelli che ci hanno ammaestrato nella verità della Parola di Dio; tuttavia, il passo pone una condizione necessaria per poter imitare tali uomini: ‘bisogna considerare com’essi hanno finito la loro carriera, la fine della loro vita’. Ciò è necessario perché non si possono imitare tutti i pastori e tutti gli anziani indistintamente, ma solo quelli che sono rimasti fermi nella fede e nella sana dottrina e che hanno avuto una condotta onorevole e santa fino alla fine della loro vita, la quale risulta essere degna di essere imitata perché conforme alla Parola di Dio. La Scrittura parla della fine della loro vita, perché non ci sono solo falsi pastori e falsi anziani che camminano da subito come nemici di Cristo e dei comandamenti di Dio, ma ci sono anche quei pastori e anziani che al principio erano veramente servitori dell’Iddio vivente, ma ad un certo punto della loro vita cominciano ad uscire fuori dalla strada maestra, vengono sedotti da spiriti e si sviano dalla verità e dalla fede e si danno a percorrere delle vie che il Signore non ha ordinato di percorrere (cfr Atti 20:30). Pertanto, non bisogna imitare né questi, né quelli, ma i santi devono imitare solo i ministri di Dio che sono giunti alla fine della loro vita rimanendo fermi nella fede e nella verità, nella piena osservanza dei comandamenti della Parola di Dio. Facciamo degli esempi pratici, in modo che sia chiaro quali pastori e anziani non devono essere imitati: - quelli che hanno una condotta fraudolenta (vi ricordo che manipolare i libri di Spurgeon e di Pearlman è una condotta fraudolenta, di cui i dirigenti di ADI-MEDIA si sono macchiati); - quelli che sono ignoranti nella conoscenza della Parola di Dio (purtroppo sono moltissimi i pastori che non conoscono le Scritture, di conseguenza non conoscono la volontà di Dio e non sono perciò in grado di pascere le pecore, ma riescono a pascere solo loro stessi, il loro ventre); - quelli che rubano (quanti pastori ci sono oggi che rubano le offerte fatte dai fratelli e ne fanno ciò che vogliono, usandole per soddisfare le loro brame e la loro cupidigia); - quelli che fanno alleanze con gli omosessuali, o con gli amici degli omosessuali (non hanno forse fatto questo i pastori delle AD..? Si sono separati dalle ADI, per poi andare a finire di allearsi con i valdesi, i quali benedicono le coppie omosessuali. Anche da questi bisogna guardarsi e nel caso non si ravvedano bisogna separarsi da costoro); - quelli che fanno ecumenismo con i cattolici romani (anche di questi ce ne sono tantissimi, si giustificano col fatto che vanno ad evangelizzare nelle basiliche cattoliche, ma non è vero, quindi mentono sapendo di mentire. Vedete, dunque, che per coprire un errore si devono usare delle menzogne? Guardatevi anche da costoro. Tra questi mi vengono in mente alcuni: Roselen Boerner Faccio, Corrado Salmè, Piacentini, etc.); - quelli che sono disordinati e camminano sempre da cattivi operai e da nemici della croce; - quelli che sono rapaci (quanti ce ne sono che estorcono del denaro ai fratelli in modo illegale, uno da poco è apparso anche nei quotidiani, il quale è stato rinviato a giudizio per estorsione); - quelli che maltrattano i fratelli poveri e innalzano i ricchi e le persone importanti secondo il mondo (quanti fratelli ho sentito lamentarsi del fatto che non vengono neppure salutati dal pastore, né tantomeno visitati); - quelli che promuovono le buffonerie, le danze carnali, le ubriachezze chiamate di spirito, la prosperità, etc.. Ci sono molte altre cose che i pastori mercenari compiono, a motivo del quale i santi che temono Iddio e vogliono vivere piamente in Cristo non devono assolutamente imitare, anzi, hanno il dovere di ammonirli e di allontanarsi da essi. Fratelli nel Signore, mettete alla prova i vostri pastori, tutti i ministri che dicono di essere stati costituiti da Dio, e ponetevi delle domande intorno ad essi e circa il loro ministerio, come quelle che seguono (cfr Apocalisse 2:2): - il vostro pastore che vi dice di non abbandonare la comune adunanza, può confermare tutto ciò che insegna per mezzo della Bibbia? O si sta inventando qualcosa per difendere e dare gloria all’organizzazione da cui dipende e che lo stipendia? - il vostro pastore vi invita regolarmente a casa sua per praticare l’ospitalità e per ascoltare ciò che avete da chiedergli e per parlarvi del Signore? - il vostro pastore impiega del tempo per visitarvi a casa vostra, si interessa di voi, conosce il vostro stato di salute fisica e spirituale? (È importante che il pastore vi conosca, perché così se avete bisogno di aiuti materiali, lui vi sostenga con le offerte della chiesa, e se avete dei bisogni spirituali, vi sostenga con i suoi consigli e le sue preghiere personali specifiche. Se i pastori non vi conoscono, cosa domanderanno a Dio per voi in preghiera? Se non vi conoscono come faranno a sostenervi anche monetariamente?). - il vostro pastore va a trovare gli anziani, gli infermi e i malati all’ospedale? O segue la linea di un pastore delle ADI che disse che non andava a trovare i malati perché lui non era un medico? Vedete quanta stoltezza e follia possa abitare nel cuore di taluni che si fanno chiamare pastori? E guai ai membri della chiesa che non lo chiamano “pastore”, sembra che lo abbiano defraudato di un grosso titolo per lui di vitale importanza, quando, invece, Gesù ha insegnato che siamo tutti fratelli. I pastori che non si conducono come piace al Signore e non assolvono ai compiti del loro ministerio, non curandosi delle pecore, non sono assolutamente da ascoltare, né tantomeno da imitare, anzi, da questi bisogna guardarsi e andare via dopo averli ammoniti severamente. Non basta avere un titolo di pastore acquisito alla scuola biblica (un caro fratello la chiama scuola anti-biblica), ciò che conta di più è capire se il pastore sta assolvendo ai propri compiti che il suo ministero gli richiede. Chi non assolve ai propri doveri, sicuramente non sta servendo Iddio, ma sta servendo il proprio ventre e coloro che cadono sotto i loro artigli, nella loro rete, saranno solo spremuti e sfruttati in ogni modo, ma non sarà loro dato niente per farli crescere spiritualmente. E queste pecore che non sono guidate nella maniera giusta si riconoscono dai loro frutti, infatti non conoscono le Scritture; non sono fermi nei loro sentimenti e nella fede; sono sballottati qua e là da ogni vento di dottrina. Quindi, è comprensibile, oltre che conforme alla volontà di Dio, che dei membri timorati di Dio si allontanino dai falsi pastori ed escano dalle comunità da questi pasturate.
Conclusione Fratelli nel Signore, potrei continuare a citarvi tutti i doveri che sono scritti sugli anziani e sui pastori, ma queste cose che ho citato sopra sono sufficienti per farvi riflettere, per aiutarvi ad aprire gli occhi e per imparare a mettere alla prova il vostro pastore secondo la Parola di Dio e per fare in modo che vi guardiate dal disprezzare molti versetti biblici e dal gettarvi dietro le spalle dei passi delle Scritture. Io vi ho scritto brevemente affinché impariate a non considerare solo quelle parti della Parola che fa comodo al pastore e all’organizzazione di cui fate parte, ma tutta la Parola è verità, affinché comprendiate quale sai la maniera d’agire secondo la volontà di Dio. Quindi, diletti nel Signore, possiamo concludere col dire che ora sapete che la Scrittura dice che i santi non devono abbandonare la comune adunanza, ma si riferisce a quella adunanza che è guidata da anziani e pastori costituiti da Dio, secondo il Suo cuore, che operano e insegnano le dottrine che sono confermate dalla Sua Parola. Ma ciò non è valido per quelle adunanze guidate da anziani e pastori che non insegnano la sana dottrina ed hanno pervertito i fondamenti dell’insegnamento delle sante Scritture, per seguire i loro precetti umani, partoriti dalle loro menti carnali, perché rimanendo dentro a queste comunità si cade in un sonno spirituale profondo, se non anche si arriva a morire spiritualmente (rammentatevi, fratelli, che la grande apostasia sarà come una cancrena che colpirà la chiesa dal di dentro e non da fuori, ma tutti noi dobbiamo guardarci dal non farci travolgere da essa). Oggi accade, infatti, che in talune comunità certi pastori insegnano all’adunanza dei santi dei precetti umani imposti dai loro regolamenti e dagli statuti dell’organizzazione e non dalla Bibbia, tralasciando i veri precetti di Dio che sono scritti nelle sacre Scritture, nascondendo ai membri parti importanti del consiglio di Dio e interpretando altri passi contrariamente a quanto è scritto (per fare un esempio, i pentecostali hanno cercato di nascondere ai santi la dottrina della predestinazione). Ecco, quindi, in questi casi, i santi che non si trovano d’accordo con costoro nella dottrina, nella condotta e nella santificazione, fanno bene ad astenersi dal frequentare tali comunità, perché non c’è comunione né pari consentimento, e, anche frequentando quelle comunità, nel cuore vi è già una separazione. In questo caso i santi possono tranquillamente uscire da queste comunità, senza avere nessun rimorso di coscienza, perché stando soggiogati ai pastori disordinati non si cresce spiritualmente, anzi, si rischia di rimanere soffocati dal cibo avvelenato che somministrano alle pecore. Se c’è una separazione nel cuore e nella mente, è una cosa normale separarsi anche fisicamente dalla comunità. Colui che abbandona un falso ministro di Cristo non commette nessun peccato, perché è per amore della verità che si dissocia da lui e dalla comunità che lo segue incondizionatamente. Naturalmente colui che lascia una comunità deve continuare ad assolvere ai doveri del cristiano e rimanere attaccato alla fedel Parola di Dio e perseverare nella preghiera, in attesa che il Signore raccolga lui e tutte le altre pecore disperse e costituisca su di loro dei pastori secondo il Suo cuore (cfr Geremia 3:14,15). Dunque, alla luce di quanto abbiamo detto, se qualcuno vi dice che un fratello ha abbandonato la comunità, è vostro dovere informarvi per quale motivo l’ha abbandonata e sentire dallo stesso fratello le sue motivazioni e fare le vostre considerazioni personali solo dopo aver sentito entrambi i punti di vista ed esprimere le proprie valutazioni alla luce della Parola di Dio. Fratelli, guardate che nessuno vi seduca e siate imitatori di quegli uomini santi che ne sono degni, rifuggite da ogni male, da qualsiasi persona esso provenga, sia insegnato e incoraggiato. Che il Signore vi guidi in ogni cosa, affinché sappiate sempre come comportarvi secondo la volontà di Dio. Salvato per grazia mediante la fede in Cristo Gesù: Giuseppe Piredda Commenta l'argomento (nell'oggetto scrivi il titolo dello scritto). |