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Aggressioni sotto pretesto di carità

Nota 3. alla lettera diciannovesima di Roma Papale 1882

Le aggressioni in Roma sono frequenti, e si fanno anche in pieno giorno nelle strade le più frequentate; ma non è di queste aggressioni di cui sospettava il console inglese.

Vi è un altro genere di aggressioni meno frequenti invero, ma più terribili, e sono le aggressioni sotto pretesto di carità. Se si vuole aggredire un prete, un bigotto, quando si sa che hanno denari, gli si presenta una fanciullina piangendo: il bravo uomo domanda cosa ha che piange, e la fanciulla racconta una storiella del padre o della madre gravemente inferma e bisognosa di aiuti e di consolazioni, il buon uomo si muove a compassione e dà un’ elemosina: allora la storiella è ripetuta agli altri, fino a che si trova qualcuno che, credendosi più furbo, vuol vedere da sè il malato o l’ ammalata: la ragazza lo conduce in una qualche rimessa disabitata, che ve ne sono tante in Roma, là vede una povera donna coricata in terra su poca paglia; mentre si muove a compassione, vengono fuori due uomini robusti e lo derubano di tutto; se fa resistenza o grida, è ucciso. Questa è l’ aggressione di cui temeva il console inglese.

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