Un giorno che io ero andato al Collegio Romano a trovare il Padre Perrone, lo rinvenni nella ricchissima biblioteca di quel collegio. Nell' entrare in essa, vidi una cosa che non aveva veduta le altre volte: vidi un magnifico quadro di Gherardo dalle notti rappresentante la cena di Emaus con le figure di grandezza naturale. Stupito alla vista di quell' oggetto insolito e così maravigliosamente bello, domandai al padre Perrone come lo avesse acquistato; ed egli mi disse che un tal fratello Serafini laico Gesuita di professione pittore lo aveva scoperto in un magazzino; lo aveva ristorato e che gli erano stati offerti dodicimila scudi se avessero voluto venderlo. Io ingenuamente gli dissi che con quei dodicimila scudi si sarebbero potuti comprare dei belli libri per arricchire la biblioteca, lasciando che il quadro arricchisse una galleria. Il padre Perrone sorridendo mi rispose che la biblioteca avea abbastanza fondi per comperare tutti i libri nuovi che si pubblicavano, e che quindi non avevano bisogno di vendere il quadro. Non è egli evidente che codesti uomini sono poverissimi?