|
Nota 17. alla lettera quattordicesima di Roma Papale 1882
Quando fu fatto papa Pio VIII, accadde il fatto seguente. Il papa, vecchio e malato di un erpete che lo rodeva, era sempre di cattivo umore, e, per non avere inquietezze, tolse tutte le udienze particolari. Egli non riceveva che i ministri e i capi de' dicasteri: aveva negata non solo la udienza ordinaria, ma perfino una udienza particolare, al P. Rootan eletto allora generale de' Gesuiti. Pio VIII aveva stabilito ogni giovedì una pubblica udienza alIa quale tutti erano ammessi, e la udienza si teneva a questo modo. Ciascuno nell'andare al palazzo riceveva un numero d'ordine: quando erano le dieci, si facevano tutti entrare nella gran sala dell'udienza ed erano posti secondo il loro numero tutti in piedi in modo da formare un circolo, o meglio un'ellittica aperta in fondo. Quando tutti erano al posto, il papa entrava nella sala, ed allora tutti si mettevano in ginocchio. Il papa entrava nell'ellittica e domandava al primo cosa volesse; e si spazientiva, se colui non diceva tutto presto ed in poche parole: in questo modo in una mezz'ora erano sbrigate una cinquantina di persone.
Il P. Rootan, non avendo potuto ottenere una udienza privata, bisognò che andasse alla pubblica. Si presentò; e Pio VIII quando fu avanti al P. Rootan, con la voce e maniera aspra, disse a lui come a tutti gli altri: "E voi cosa volete?" Il P. Rootan allora disse che il suo santo predecessore, Leone XII, aveva promesso di far dare dodicimila scudi ai Gesuiti per le spese incontrate nella elezione del nuovo generale, e che egli veniva a domandarli. Pio VIII, reprimendosi a gran forza, disse al P. Rootan: "Ah ve li aveva promessi? Ebbene citate gli eredi;" e gli volse le spalle. Finchè fu papa Pio VIII, ma lo fu per poco, il P. Generale de' Gesuiti non andò più alla udienza.