Prima di riprendere qualcuno, studia bene come bisogna farlo
L’apostolo Paolo scrisse due epistole per ammaestrare e guidare Timoteo nel condurre e mettere ordine nella comunità di Efeso. Tra le istruzioni e ammaestramenti che gli scrisse, vi sono anche queste parole a cui Timoteo avrebbe dovuto attenersi, e abbiamo fiducia che lo abbia fatto:
«Non riprendere aspramente l'uomo anziano, ma esortalo come un padre; i giovani, come fratelli; le donne anziane, come madri; le giovani, come sorelle, con ogni castità.» (1 Timoteo 5:1-2)
Partendo dal presupposto che la riprensione, la correzione e l’applicazione della disciplina nella Chiesa sono cose necessarie e non se ne può fare a meno (cfr. Efes. 5:11), tuttavia bisogna domandarsi quali siano i metodi e i modi con cui tali cose devono essere praticate, perché non vanno bene tutti i modi con tutte le diverse persone che costituiscono la Chiesa di Gesù Cristo.
Paolo ha scritto tali parole a Timoteo per farlo riflettere, per fargli capire che non poteva trattare tutte le varie categorie di persone presenti della Chiesa nella stessa maniera, ma doveva fare apposite distinzioni, e ciò sarebbe servito per portare a termine con risultato positivo il compito, con efficacia, ponendosi come obiettivo che anche le riprensioni e le correzioni devono fare del bene a tutta la Chiesa e anche ai singoli che vengono ripresi. L’espulsione dalla comunione fraterna è da considerare sempre una sconfitta, non una vittoria, significa che qualcosa nel spiegare la verità non ha funzionato, e sarebbe bene esaminarne i motivi che portano al fallimento, per individuarne le cause e apportare i giusti accorgimenti.
Poco prima di quelle parole, l’apostolo Paolo scrisse a Timoteo “bada a te stesso” (cfr. 1 Tim. 4:16), e questa è la prima cosa da considerare, perché se uno vive nel peccato, anche se è un servitore di Dio, se ha il suo cuore corrotto ed ha molte cose di cui rendere conto e non è irreprensibile (l’irreprensibilità non si riferisce alla perfezione su questa terra, cosa impossibile per tutti, ma al fatto che non abbia delle cose importanti di cui essere ripreso e corretto prima lui degli altri), come potrà riprendere e correggere gli altri? (cfr. Rom. 2:1)
Infatti, come potrà uno che è omicida, o adultero, o fornicatore, dire ad un altro di non rubare? Quindi, chi vuole riprendere e correggere gli altri nella Chiesa, badi prima a sé stesso, e solo dopo che ha epurato la sua vita da ogni peccato, ingiustizie e parzialità, solo allora potrà prodigarsi nel correggere gli altri. Tenere conto di queste cose, comunque, non è sufficiente, perché ci sono altre cose da considerare.
Nel passo sopra citato l’apostolo Paolo ordina al giovane Timoteo che non avrebbe dovuto riprendere “aspramente” le persone anziane. Tali parole ci dicono che, non era escluso per l’apostolo Timoteo il dovere di riprendere le persone, tuttavia gli viene imposto di badare ai modi con cui avrebbe dovuto riprendere e correggere gli altri. Timoteo avrebbe dovuto tenere conto che non avrebbe dovuto usare una severità eccessiva nei confronti delle persone anziane da riprendere e correggere, i quali non vanno ripresi con troppa durezza e rigidezza. Paolo gli dice come non doveva riprendere, ma gli dice anche qual è il modo corretto, ed è quello di considerare la persona anziana come se fosse suo padre. Questo per imporre nella mente di Timoteo il rapporto figurativo tra lui la persona che va ripresa, un tipo di rapporto che non può rompersi; la Scrittura impone anche ad un figlio che deve portare il massimo rispetto verso il proprio padre, a tal punto d’importanza da essere scritto nel decalogo ed è stato scritto direttamente dal DITO DI DIO nelle tavole di pietra. Ciò a denotare che Timoteo, e quindi anche noi tutti che ci troveremmo a riprendere persone anziane, avrebbe dovuto riprendere le persone anziane tenendo conto che in nessuna maniera bisogna arrivare ad intaccare il rapporto esistente come tra padre e figlio e che non debba andare a finire malamente. A badare in modo particolare a queste cose e a fare in modo che il rapporto non s’interrompa e non venga meno il legame esistente, come tra padre e figlio, deve essere chi riprende, è su di lui che grava il peso maggiore di non perdere quell’anima preziosa davanti a Dio per il quale Cristo Gesù è morto per riscattarlo dal regno delle tenebre e per redimerlo dai suoi peccati.
L’apostolo Paolo gli dice ancora a Timoteo che avrebbe dovuto esortarlo come un padre, quindi, in caso in cui ci fosse stato un anziano da riprendere e correggere, non avrebbe dovuto impostare la correzione dal punto di vista della DURA RIPRENSIONE, ma dal punto di vista di spingerlo a capire cosa non fare o cosa avesse dovuto fare, facendo leva sui suoi sentimenti, sul proprio cuore, e facendogli capire cosa è giusto e cosa non lo è, e magari facendogli anche comprendere quali danni provoca un certo comportamento sbagliato; in una parola, gli anziani vanno ESORTATI come fossero il proprio padre.
Ah, quanto bene ne avrebbe la Chiesa se nelle correzioni e nelle riprensioni tutti i servitori di Dio usassero la sapienza di Dio che viene dall’alto e seppellissero la propria di sapienza carnale, diabolica, e si attenessero strettamente a ciò che sta scritto nella Parola di Dio!
Molti si vantano di conoscere la Parola, sono fieri e anche gonfi di conoscere tutto più di molti altri ciò che sta scritto nella Parola di Dio vivente e permanente, si fregiano del titolo di “ministro”, loro sono stati chiamati da Dio e questo per loro fa tutta la differenza, tuttavia nell’applicazione pratica sono molto carenti, sono spietati, privi di carità, e purtroppo li vediamo che riprendono e correggono le persone, tutte quante indistintamente, con una tale gravità e durezza, cioè ASPRAMENTE, da lasciare scandalizzati ed atterriti coloro che vengono corretti e anche quelli che assistono o vengono a conoscenza di tali scene. Le anime fatte a pezzi ce le stiamo ritrovando noi, e non è facile curarle e riportarle a camminare come piace al Signore, ma per la grazia di Dio noi compiremo tutta l’opera che il Signore ci darà la grazia di compiere, e lo faremo gratuitamente e con tutte le nostre capacità e semplicità di cuore che Dio ci ha dato, anche se non ci fregiamo di nessun titolo di “ministro di Dio”, ma siamo solo dei semplici fratelli in Cristo che hanno a cuore il bene di tutti i membri della Chiesa di Cristo di qualsiasi denominazione.
Leggendo queste cose che ho scritto la mente contorta di certe persone so bene che andrà a pescare certe parole di Gesù di quando parlò duramente, ma Egli non parlava sempre duramente con tutti i peccatori nella stessa maniera, quindi non mi venite a citare quei passaggi dove le persone si sono scandalizzate perché Gesù ha parlato duramente, perché così mostrate di essere spietati e di fare uso della Parola a vostro piacimento e per giustificare le vostre malefatte, in quanto Gesù non parlò a tutti nello stesso modo, e non parlò dolcemente solo a quelli che gli mettevano del pane in bocca, così la state facendo voi che siete corrotti di cuore e di mente. Vi sia noto, una volta per sempre, che la Scrittura non è giunta solo a voi, ma per la grazia di Dio tutti i credenti hanno ricevuto lo Spirito di adozione per il quale possiamo gridare “Abba! Padre!”. State dunque bassi, e occupate nella Chiesa il posto che vi spetta, non avete il diritto di occupare tutti i posti e non avete il primato su nessuna cosa, tutto è di Dio. Ritornate ad essere umili, cessate di essere superbi, per il bene dell’anima vostra, perché sta scritto che l’umiltà precede la gloria, e chi s’innalza sarà abbassato (cfr. Prov. 18:12; Luca 14:11).
Quindi, per proseguire con la spiegazione del passo citato sopra, lo stesso ragionamento che vi ho esposto, va traslato similmente, per la correzione e riprensione delle donne anziane, ricordandosi sempre di considerare che vi deve essere un rapporto inscindibile di affetto e rispetto come fossero nostre madri.
Considerare il rapporto esistente come fosse inscindibile, va fatto anche con i giovani che bisogna riprendere, e per quanto riguarda le sorelle, tenete conto che bisogna usare nel parlare e nell’agire ogni forma di castità, nessuna impurità e nessun riferimento alla concupiscenza carnale deve essere neppure nominata, se i fatti concreti lo consentono.
Queste sono alcune delle cose su cui riflettere in merito alla funzione nella Chiesa del riprendere e correggere gli altri; ma non dimentichiamo che Paolo, inoltre, scrisse a Timoteo che è necessario riprendere, sgridare ed esortare, ma gli dice anche che lo deve fare con GRANDE PAZIENZA e SEMPRE ISTRUENDO, non solo con sfoghi personali di un stato d’animo infastidito dal comportamento sbagliato che hanno tenuto taluni nella Chiesa (cfr. 2 Tim. 4:2). Se non hai pazienza di istruire i santi della Chiesa di Gesù Cristo nella maniera dovuta, allora tale incarico è evidente che non fa per te, lascia stare e dedicati a fare altro, perché non è cosa che fa per te.
Cari fratelli nel Signore, attenetevi alle istruzioni che ha dato l’apostolo Paolo, perché esse sono il modo migliore per poter condurre un gregge del Signore Gesù Cristo, e se avete ricevuto anche voi un incarico dal Signore Gesù Cristo, badate prima a voi stessi, e poi badate a tutto il gregge del Signore che vi è toccato in sorte, ma fatelo nella maniera tracciata dalla Parola di Dio, non in base alle vostre passioni interiori del momento o per i vostri interessi personali.
Badate che nessuno vi seduca con vani e manipolatori ragionamenti.
L’amor mio è con tutti voi in Cristo Gesù.
Giuseppe Piredda