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O Cattolici romani, i preti vi hanno insegnato e vi insegnano quanto segue: ‘Dio dà il Paradiso ai buoni (…) Coll’essere buoni noi, colle sole nostre forze naturali, non potremmo meritare il Paradiso; lo meritiamo colla grazia che Dio ci ha conferito nel Battesimo, per la quale le nostre buone opere acquistano merito pel Paradiso (….) Ognuno attende con tanti sacrifici e lavori a farsi un buon stato quaggiù, a guadagnare beni incerti, che poi si possono perdere da un giorno all’altro, che non possono mai rendere felice nessuno poiché non appagano il cuore, e che, in ogni modo, bisogna abbandonare presto per la morte. Pensate invece, prima di tutto, a guadagnarvi il Paradiso’, ed anche ‘Perciò in grazia della speranza noi aspettiamo dal Signore la vita eterna e tutte le grazie necessarie per meritarla quaggiù; ma per meritarla in qual modo? Con le buone opere’ ed ancora: ‘Speriamo di salvarci perché Dio ci vuole salvi, e noi vogliamo, da parte nostra, fare ciò che é necessario per salvarci, e cioè, come diciamo nell’atto di speranza, speriamo da Dio ‘la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere che io debbo e voglio fare’. Ma allora non bastano a salvarci i meriti infiniti di Gesù Cristo? ‘Non bastano – dicono sempre i vostri preti – non perché essi non abbiano valore sufficiente, ma perché Gesù Cristo stesso ha voluto il concorso e la cooperazione delle nostre opere buone, perché per applicarcene il merito, vuole che noi sentiamo e vogliamo in unione a Lui, perché ha voluto che noi praticassimo il Vangelo e vivessimo la vita cristiana’.
Ma le cose non stanno affatto così, infatti questa dottrina che attribuisce alle opere il potere di far meritare la vita eterna agli uomini e di salvare gli uomini dall’inferno e che voi avete accettato in buona fede pensando che fosse giusta perché vi viene insegnata da persone che hanno l’appellativo di sacerdoti di Dio, è una dottrina falsa, diabolica che fino adesso ha menato all’inferno centinaia di milioni di persone. Sì, ci sono centinaia di milioni di persone a soffrire nelle fiamme dell’inferno – tra cui anche dei vostri parenti e magari familiari – proprio perché in vita si erano appoggiati su questa dottrina sulla salvezza insegnatagli dai preti.
Ora la confuteremo e così vi renderete conto personalmente di quanto dico. Secondo quello che dice la Scrittura, la vita eterna non é la mercede che Dio dona all’uomo che si sforza di guadagnarsela, ma essa é il dono che Dio fa all’uomo che si ravvede dei suoi peccati e crede nel nome del Figliuol di Dio. Paolo dice infatti: “Il dono di Dio é la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom. 6:23), quindi la vita eterna, essendo il dono di Dio, l’uomo non la può né meritare e neppure guadagnare operando il bene, altrimenti il dono non é più dono. Ma io vi domando: se Dio desse la vita eterna come mercede a coloro che operano, ciò significherebbe che Egli è debitore verso di essi perché Paolo dice che “a chi opera, la mercede non è messa in conto di grazia, ma di debito” (Rom. 4:4); ma come può essere vero questo quando lo stesso apostolo dice anche: “Chi gli ha dato per il primo, e gli sarà contraccambiato?”? (Rom. 11:35) Ed ancora vi domando: ma se le opere buone sono meritorie di vita eterna, allora perché mai il Figlio di Dio sarebbe venuto a soffrire in questo mondo? Poteva rimanere presso Dio Padre senza venire in questo mondo! Non vi pare? Ma sappiate che Gesù Cristo venne proprio per questo, per acquistarci con il suo sangue la vita eterna e fare sì che tutti gli uomini, Giudei e Gentili, potessero riceverla per grazia mediante la fede in Lui. Egli sapeva che gli uomini non possono meritarsi la vita eterna perché tutti sono sotto la condanna e meritano la punizione eterna, e perciò venne a morire per noi affinché per i suoi meriti, e ripeto per i suoi meriti, noi potessimo ottenere gratuitamente la vita eterna da Dio. Ed ancora vi domando, ma come si può affermare che le opere buone sono meritorie di vita eterna quando messe tutte assieme non possono in niuno modo raggiungere il valore che ha la vita eterna? Come si può fare tale affermazione quando Gesù ha detto ai suoi discepoli: “Quand’avrete fatto tutto ciò che v’è comandato, dite: Noi siamo servi inutili; abbiam fatto quel ch’eravamo in obbligo di fare”? (Luca 17:10) Bisogna essere veramente arroganti per affermare che Dio debba dare la vita eterna per giustizia a coloro che fanno opere meritorie! Tu allora dirai: Ma allora per avere la vita eterna da Dio devo solo credere? Sì, proprio così. Gesù infatti disse: “Chi crede ha vita eterna” (Giov. 6:48), e: “Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figliuolo e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Giov. 6:40), ed ancora: “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figliuol dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna. Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giov. 3:14-16). A proposito di queste ultime parole ti voglio fare sapere la ragione per cui Mosè innalzò il serpente di rame nel deserto e così capirai bene perché Gesù ha preso proprio questo episodio biblico per spiegare che per avere la vita eterna si deve solo credere in lui. Quando gli Israeliti nel deserto mormorarono contro Dio e contro Mosè “l’Eterno mandò fra il popolo de’ serpenti ardenti i quali mordevano la gente, e gran numero d’Israeliti morirono. Allora il popolo venne a Mosè e disse: ‘Abbiamo peccato, perché abbiam parlato contro l’Eterno e contro te; prega l’Eterno che allontani da noi questi serpenti’. E Mosè pregò per il popolo. E l’Eterno disse a Mosè: ‘Fatti un serpente ardente, e mettilo sopra un’antenna; e avverrà che chiunque sarà morso e lo guarderà, scamperà’. Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra un’antenna; e avveniva che, quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, scampava” (Num. 21:6-9). Ora, Gesù ha paragonato il suo innalzamento a quello del serpente di rame fatto nel deserto, ed il paragone è veramente appropriato perché come gl’Israeliti morsi dai serpenti per scampare alla morte dovevano solo guardare al serpente di rame innalzato da Mosè (notate infatti che quelli che venivano morsicati, per non morire, dovevano solo guardare il serpente di rame e non compiere qualche rito o qualche opera buona scritta nella legge), così gli uomini morti nei loro falli per essere vivificati ed ottenere la vita eterna da Dio devono solamente contemplare il Figliuolo di Dio e credere in lui. In lui che prima fu appeso al legno della croce e poi dopo essere risuscitato dai morti fu assunto alla destra di Dio. Sì, è proprio così che si ottiene la vita eterna da Dio, (soltanto) credendo in Cristo Gesù; e non compiendo opere buone o sforzandosi di essere buoni come invece proclamano i vostri preti morti nei loro falli che parlano in questa maniera perché loro stessi ancora non hanno contemplato il Figliuolo e non hanno creduto in lui. Anche Giovanni il Battista disse che la vita eterna si ottiene soltanto per fede infatti proclamò: “Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna” (Giov. 3:36); e così l’apostolo Paolo che disse: “Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me per il primo tutta la sua longanimità, e io servissi d’esempio a quelli che per l’avvenire crederebbero in lui per aver la vita eterna” (1 Tim. 1:16). D’altronde, se non fosse soltanto per la fede che si riceve la vita eterna essa cesserebbe di essere un dono, perché occorrerebbe fare qualche opera buona per meritarsela. In altre parole la Scrittura si contraddirebbe perché un dono che si merita o si guadagna non è più un dono. Ti faccio un esempio per farti capire meglio questo concetto. Mettiamo il caso che tu compri un regalo per un tuo familiare; che ti aspetti da lui? Che lo accetti come regalo. Quindi che nella semplicità del suo cuore, egli appena tu glielo consegni ti dica: ‘Grazie’. Ma mettiamo il caso che tu gli dica: ‘Te lo regalo però devi pagarmelo (magari non tutto il prezzo, ma solo una parte). Si potrebbe ancora chiamare regalo quell’oggetto? Assolutamente no. E così è con la vita eterna; se Dio afferma nella Bibbia che essa è il SUO DONO tu lo devi accettare come tale mediante la fede in Gesù Cristo, e ringraziarlo per questo grande dono. Non devi fare proprio nulla per meritartelo perché Dio non ti chiede in cambio nulla, né tutto il prezzo e neppure una parte, perché il prezzo l’ha pagato per te Gesù Cristo quando morì sulla croce per ciascuno di noi. Se Dio ti chiedesse oltre che la fede anche le opere buone per avere la vita eterna egli sarebbe doppio nel parlare; sarebbe come dire che Gesù Cristo sulla croce con le sue sofferenze e con il suo sangue non fece abbastanza per acquistarci la redenzione eterna e quindi il sacrificio di Cristo sarebbe ridotto ad un piccolo aiuto dato da Dio all’uomo, un aiuto datogli per meritarsi la vita eterna; come dire insomma che per avere la vita eterna ci vogliono anche i meriti dell’uomo perché quelli di Cristo non sono sufficienti. Ma ripeto, a questo punto la vita eterna non si potrebbe chiamare più il dono di Dio e il sacrificio di Gesù varrebbe quasi nulla. Forse dopo avere letto tutto ciò tu dirai: ‘Ma io credo, ma io credo in Gesù’. Bene, allora io ti domando: ‘Ma se credi in Gesù come dici, come mai non hai la certezza della vita eterna? Come hai infatti potuto vedere Gesù ha detto che chi crede ha vita eterna. La ragione te la dico io: ‘Perché in realtà tu dici di credere con la bocca, ma con il tuo cuore ancora non hai creduto che Gesù Cristo è morto per i nostri peccati e risorto per la nostra giustificazione’. Credi dunque con tutto il tuo cuore che Gesù Cristo è morto per i nostri peccati, e che il terzo giorno risuscitò per giustificarci con il suo sangue. Allora, e solo allora, capirai che il tuo attuale credere è un credere fasullo. A questo punto tu forse dirai: ‘Troppo semplice per essere vero!’. Al che io ti dico: ‘Ma perché, le dottrine per essere vere devono essere complicate? ossia, più complicate sono e più probabilità c’è che siano vere?’ Non ti pare che non è questa la maniera in cui si capisce se una dottrina è vera o meno? Una dottrina è vera se è confermata dalla Bibbia a prescindere se sia difficile a capire o facile da capire. Per il resto una dottrina può essere molto semplice o molto complicata ma se la Bibbia non la conferma va rigettata. La via per ottenere la vita eterna potrà sembrare facile quanto vuoi, una cosa è certa, ESSA E’ VERA. Noi l’abbiamo percorsa e te lo possiamo dire per esperienza personale. Credi forse che siamo presuntuosi nel dire che abbiamo la vita eterna? Bene, allora ascolta quello che dice l’apostolo Giovanni, che ti ricordo fu testimone oculare della morte e della risurrezione di Gesù Cristo, nella sua prima epistola: “Io v’ho scritto queste cose affinché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figliuol di Dio” (1 Giov. 5:13). Egli non disse: ‘Affinché speriate di ottenere la vita eterna voi che credete nel nome del Figliuol di Dio’, come se noi credenti non possedessimo di già la vita eterna in noi stessi, ma disse di averci scritto quelle cose per farci sapere che noi abbiamo di già la vita eterna. Lo stesso apostolo dice anche: “Chi crede nel Figliuol di Dio ha quella testimonianza in sé… E la testimonianza è questa: Iddio ci ha data la vita eterna, e questa vita è nel suo Figliuolo. Chi ha il Figliuolo ha la vita; chi non ha il Figliuolo di Dio, non ha la vita” (1 Giov. 5:10,11,12). Riconosci dunque che le parole dell’apostolo confermano pienamente che noi che crediamo abbiamo la vita eterna. Ma io ti vorrei domandare: ma come puoi dire che un credente che ha ricevuto Cristo nel suo cuore non può dire con certezza di fede di avere la vita eterna, quando Gesù Cristo è “la vita eterna che era presso il Padre e che ci fu manifestata” (1 Giov. 1:2) e “chi ha il Figliuolo ha la vita” (1 Giov. 5:12)? Quando parli così è come se dicessi che un cittadino italiano non può dire di avere la cittadinanza italiana perché questo è orgoglio! E’ come se dicessi che tuo figlio è una persona presuntuosa perché dice ai suoi amici che tu gli hai regalato la bicicletta. Ma rientra in te stesso: ‘Che presunzione può avere qualcuno nel dire di avere ricevuto da Dio il DONO della vita eterna? Ma se essa è un dono è presunzione dire di averlo ricevuto? O magari dire di averlo chiesto e di averlo ricevuto? E’ presunzione gloriarsi di avere ricevuto questo meraviglioso dono da un Dio meraviglioso pronto a perdonare?’ Lo so che vi è stato detto: ‘Presumere di salvarsi senza merito è superbia che offende la giustizia di Dio e, quasi, se ne burla, come se Egli ci debba il Paradiso, o ci debba premiare del bene che non abbiamo voluto fare’. Ma anche ciò è falso, perché ho ampiamente dimostrato che la vita eterna è il dono di Dio. In realtà i superbi non siamo noi che diciamo che siamo certi di avere la vita eterna per la grazia di Dio perché abbiamo creduto e crediamo, ma sono tutti coloro che dicono che si viene salvati nel regno celeste compiendo opere buone.
Noi credenti siccome per la grazia di Dio abbiamo la vita eterna dimorante in noi, siamo certi che quando moriremo, a condizione naturalmente che conserviamo la fede sino a quel giorno, andremo in cielo ad abitare con Gesù perché Gesù ha detto: “Io son la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morrà mai” (Giov. 11:25,26), ed anche: “Se uno mi serve, mi segua; e là dove son io, quivi sarà anche il mio servitore” (Giov. 12:26). E “siccome abbiam lo stesso spirito di fede, ch’è in quella parola della Scrittura: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo, e perciò anche parliamo” (2 Cor. 4:13), dicendo come gli apostoli: “Siamo pieni di fiducia e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e d’abitare col Signore” (2 Cor. 5:8). Sì, abbiamo a tale riguardo in noi lo stesso sentimento che era in Paolo il quale aveva il desiderio di partire e d’essere con Cristo, e questo perché essere con Cristo in cielo è cosa di gran lunga migliore del rimanere sulla terra. Tutto ciò però per i preti è sfacciata presunzione; perché secondo loro, prima di andare in paradiso tutti coloro che muoiono nella grazia devono andare in purgatorio ad espiare la pena dei loro peccati! E guai a chi non accetta questa loro dottrina perché il concilio di Trento ha detto: ‘Se qualcuno afferma che, dopo avere ricevuto la grazia della giustificazione, a qualsiasi peccatore pentito viene rimessa la colpa e cancellato il debito della pena eterna in modo tale che non gli rimanga alcun debito di pena temporale da scontare sia in questo mondo sia nel futuro in purgatorio, prima che possa essergli aperto l’ingresso al regno dei cieli; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VI, can. 30). Ma non è affatto così come dicono loro, perché la Scrittura insegna che quando Dio rimette i peccati ad un uomo gli rimette di conseguenza anche la pena eterna. L’esempio del ladrone pentitosi sulla croce in punto di morte ne è un esempio, perché Gesù gli rimise tutti i suoi peccati con i relativi debiti di pena eterna infatti gli disse: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso” (Luca 23:43). Gesù non gli disse che prima doveva andare a sostare nel purgatorio qualche tempo per purgarsi di una parte della pena eterna dei suoi peccati e poi sarebbe potuto andare in paradiso, ma gli disse che in quello stesso giorno lui sarebbe andato in paradiso! Riflettete; ma non è assurdo credere che Dio rimetta tutti i debiti all’uomo che si pente e poi, quando muore, lo manda in un luogo di tormenti come il purgatorio ad espiare parte di essi prima di farlo entrare nel regno dei cieli? Eppure questo è quello che vi fanno credere i preti! Con tutto ciò non vogliamo dire che noi credenti siamo giunti alla perfezione o che siamo senza peccato; lungi da noi questo, perché noi riconosciamo di essere delle persone con dei difetti che abbiamo bisogno di essere perfezionati e di perfezionarci, e che talvolta facciamo quello che odiamo e abbiamo bisogno perciò di confessare i nostri falli al Signore per ottenerne la remissione. Ma vogliamo dire solamente che in virtù della misericordia di Dio per la quale Egli ci ha fatti rinascere e diventare figli di Dio e ci ha dato la vita eterna, siamo sicuri di essere stati perdonati appieno dal Signore, di avere ricevuto il purgamento di tutti i nostri peccati e perciò se moriamo con Gesù con lui andremo a vivere in cielo subito dopo essere morti. La chiamino pure presunzione questa nostra fiducia i preti; continuino i concili a lanciare gli anatemi contro chi, secondo loro, ostenterà questa certezza di remissione di peccati e di vita eterna; noi continueremo a gloriarci nel Signore per avere ottenuto il purgamento dei nostri peccati con il sangue di Gesù, continueremo a glorificare il suo nome per questo, e continueremo a predicare agli uomini che in Cristo c’è la certezza di remissione dei peccati, che in lui c’è la certezza di avere la vita eterna; ma nella teologia dei preti c’è ambiguità, falsità, incertezza; cose che generano nelle persone che l’accettano nient’altro che dubbi, angosce e incertezze. O uomini e donne che giacete nella paura della morte e non sapete dove state andando (o meglio sapete che andrete in un purgatorio che però non esiste) perché avete dato retta ai falsi insegnamenti dei preti, vi supplichiamo nel nome di Cristo a pentirvi e a credere in Cristo per ottenere la remissione dei peccati e la vita eterna! Badate bene a non rifiutare il dono di Dio perché in questo caso ciò che vi aspetterebbe quando morirete è il fuoco ardente dell’inferno, dove patirete tormenti indicibili e dove sarà troppo tardi pentirvi e credere nel Figliuolo di Dio. Oggi è il giorno della salvezza, oggi è il tempo accettevole; domani potrebbe essere troppo tardi. Non posticipare la tua decisione per Cristo. Sai forse il giorno della tua morte? No, perciò adesso umiliati davanti a Dio, confessagli i tuoi peccati, e credi nel suo Figliuolo Gesù Cristo; e subito, all’istante, sarai perdonato, riconciliato con Dio e otterrai il dono della vita eterna e quando morirai sarai sicuro di andare in paradiso con Gesù Cristo il tuo Salvatore e là troverai i santi del passato (quelli veri) e quelli del presente e assieme loderemo e glorificheremo Iddio e il suo Figliuolo. Una volta sperimentato il perdono di Dio nella tua vita e che sarai certo di avere la vita eterna, dato che lo Spirito Santo sarà in te ad attestarti che sei un figlio di Dio lavato con il prezioso sangue di Gesù, devi farti battezzare in acqua per immersione perché Gesù prima di ascendere in cielo ha ordinato di battezzare coloro che credono in Lui infatti disse: “Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo” (Matteo 28:19). Il battesimo è necessario al fine di avere una buona coscienza davanti a Dio perché l’apostolo Pietro dice che esso è “la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio” (1 Pietro 3:21). Mediante il battesimo si testimonia al diavolo e ai suoi ministri (come anche alle persone del mondo che sono presenti o che odono di esso) di essere diventati dei discepoli di Cristo Gesù, di non volere vivere più per sé stessi ma per Colui che è morto e risuscitato per noi, e perciò di avere rinunciato a sé stessi ed ai piaceri del peccato che offre il diavolo tramite questo mondo malvagio. Devi infatti sapere che quando si viene perdonati da Dio si viene strappati da questo presente secolo malvagio che giace nel maligno e trasportati nel regno del Figliuolo di Dio; che prima di essere perdonati si serve il peccato ma dopo si comincia a servire la giustizia. E’ un atto dunque il battesimo con il quale si dichiara di essere morti al peccato e al mondo. Lascia dunque la parrocchia che frequenti e cerca subito una comunità di credenti in Cristo Gesù e chiedi al pastore o agli anziani di questa comunità di battezzarti (cfr. Atti 8:36,38). E rimani con i membri di questa comunità perché sono anche loro stati perdonati ed hanno la vita eterna. Sono dei fratelli e delle sorelle in Cristo Gesù che devi amare a fatti e in verità (cfr. 1 Giovanni 3:16-18) perché così Cristo ha comandato (cfr. Giov. 15:17), e con cui devi camminare assieme in attesa del ritorno del Signore dal cielo. Frequenta assiduamente le riunioni, cerca i fratelli anche quando non ci sono delle riunioni ufficiali e sta con loro per parlare delle cose relative a Gesù e al suo regno, per pregare, per cantare, per compiere ogni opera buona alla gloria di Dio (cfr. Atti 2:41-47). In questa maniera ti fortificherai e crescerai spiritualmente. Naturalmente il tuo passaggio dalla morte alla vita sarà notato dai tuoi genitori, o da tua moglie o da tuo marito, o dai tuoi figli, e da chiunque ti conosce. Che devi fare nei loro confronti? Spiegargli cosa ti è accaduto, cioè come il Signore ha avuto pietà di te perdonandoti i tuoi peccati e donandoti la vita eterna (cfr. Luca 8:39) e questo per guadagnarli a Cristo. Non vergognarti di testimoniare dell’opera che Dio ha compiuto in te come Cristo non si è vergognato di morire per te sulla croce (cfr. Marco 8:38). E’ importante poi che tu sii loro d’esempio nel parlare, nell’amore, nella purità, nella condotta, al fine di fare vedere loro la luce del Signore (cfr. Matteo 5:14-16) e naturalmente sempre per guadagnarli a Cristo. Questo significa che ti devi astenere da qualsiasi concupiscenza carnale e mondana a cui prima di nascere di nuovo eri dedito; come anche da pratiche idolatriche e superstiziose come la venerazione delle immagini e delle statue, la recitazione del rosario, le processioni, l’adorazione dell’ostia, ecc. Un’ultima cosa, ma non per questo meno importante, ricordati che Gesù Cristo, il giusto, che non commise alcun peccato e che cercò solo il bene della gente fu odiato dal mondo, per cui non meravigliarti se quelli del mondo ti odieranno e perseguiteranno una volta che sarai passato dalla morte alla vita (cfr. Giovanni 15:18-25; 1 Giovanni 3:13-14). Sopporta anche tu le sofferenze come Cristo sopportò le sue, e rallegrati d’essere reputato degno di soffrire per il suo santo nome che è benedetto in eterno (cfr. Matteo 5:11-12; Atti 5:40-41). Stai saldo nella fede fino alla morte e otterrai la corona della vita.
[Tratto dal libro di Giacinto Butindaro V.D.M.: "Messaggi per chi ancora non conosce Dio"]
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