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Il dono d'interpretazione delle lingue non è uguale al dono della profezia

Purtroppo, nelle comunità ADI, come pure in quelle libere, si sente spesso un parlare in altre lingue che è seguito da un parlare ritenuto “interpretazione”. Ma le sacre Scritture insegnano diversamente da quanto avviene nella maggior parte delle comunità pentecostali, purtroppo.

La prima cosa che bisogna sapere per comprendere bene questo soggetto delle Scritture è che il dono dell’interpretazione delle lingue è diverso dalla profezia, infatti sta scritto:

«Or vi è diversità di doni, ma v’è un medesimo Spirito.» (1 Corinzi 12:4)

Queste parole Paolo le ha dette prima di elencare i doni spirituali, volendo intendere con queste parole che i nove doni spirituali sono diversi tra loro; quindi non ci sono due doni uguali. Infatti, a cosa servirebbero due doni spirituali uguali? Ciò non avrebbe alcun senso, e Dio fa tutte le cose bene, con perfezione e con ordine.

L’interpretazione delle lingue è la TRADUZIONE di quanto viene detto in lingue. Che interpretazione si debba intendere come TRADUZIONE lo troviamo scritto in più passi della Scrittura, come in questo, ad esempio:

«Ed all’ora nona, Gesù gridò con gran voce: Eloì, Eloì, lamà sabactanì? il che, INTERPRETATO, vuol dire: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Marco 15:34)

Ora, considerato che l’interpretazione è la traduzione del parlare in altre lingue, per sapere cosa sia e come debba manifestarsi in pratica l’interpretazione è necessario studiare cosa sia il parlare in altre lingue. A questo proposito citiamo queste parole di Paolo:

«Perché CHI PARLA IN ALTRA LINGUA NON PARLA AGLI UOMINI, MA A DIO; poiché nessuno l’intende, ma in ispirito proferisce misteri.» (1 Corinzi 14:2)

Quindi, dobbiamo ricordarci che Paolo dice che chi parla in altre lingue NON PARLA AGLI UOMINI, ma a Dio; pertanto chi INTERPRETA le lingue, non deve TRADURRE un messaggio di Dio rivolto agli uomini, ma deve TRADURRE un parlare che deve essere rivolto a Dio.

Il dono che Dio ha stabilito per portare un messaggio agli uomini attraverso lo Spirito santo, un messaggio diretta da Dio agli uomini è la PROFEZIA, infatti è scritto:

«CHI PROFETIZZA, invece, PARLA AGLI UOMINI un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione.» (1 Corinzi 14:3)

L’errore che fanno i vostri cosiddetti dottori e pastori, ma sono in buona compagnia anche tra quelli di fuori dalla vostra denominazione, è prendere il seguente passo per dire che l’interpretazione è uguale alla profezia:

«Or io ben vorrei che tutti parlaste in altre lingue; ma molto più che profetaste; chi profetizza è superiore a chi parla in altre lingue, A MENO CH’EGLI INTERPRETI, affinché la chiesa ne riceva edificazione.» (1 Corinzi 14:5)

Nel contesto dei capitoli sui doni spirituali, Paolo esorta i Corinzi a chiedere a Dio quei doni che sono per l’edificazione di tutta la Chiesa e non solo per l’edificazione di sé stessi soltanto. Chi parla in altre lingue, infatti, edifica solo sé stesso, perché gli altri fratelli della comunità non intendono ciò che lui dice in lingue sconosciute; ma, se le lingue VENGONO interpretate, cioè TRADOTTE, allora anche tutti gli altri della Chiesa vengono edificati, perché tutti comprendono ciò che viene detto in lingue direttamente dallo Spirito santo.

È in riferimento all’edificazione della Chiesa che Paolo dice che la profezia, che viene proferita con parole comprensibili, è superiore alle lingue proferite, perché queste avvengono in un linguaggio sconosciuto ai più; ma, questa mancanza di edificazione della comunità in conseguenza alle lingue viene sopperita dal dono dell’interpretazione, quindi essendo che con l’interpretazione ciò che viene detto precedentemente in lingue viene compreso da tutti, ecco che tutta la chiesa viene edificata; pertanto, si verifica una UGUAGLIANZA NELL’EDIFICAZIONE della Chiesa, tra chi profetizza e chi parla in altre lingue che poi vengono interpretate.

Dunque, i doni di profezia con l’interpretazione non sono uguali, ma quello che è uguale tra loro è l’edificazione della Chiesa che si ottiene con la manifestazione dei due doni spirituali.

Ecco perché Paolo dice che chi profetizza è superiore a chi parla in altre lingue, appunto perché chi profetizza EDIFICA TUTTA LA CHIESA, mentre chi PARLA IN ALTRE LINGUE edifica solo sé stesso. Paolo voleva che ogni cosa che i santi avessero fatto, fosse fatto per L’EDIFICAZIONE DI TUTTA LA CHIESA, infatti egli ha esortato coloro che parlavano in altre lingue di ricercare il dono dell’interpretazione, affinché con questo dono spirituale venisse edificata tutta la Chiesa, dopo aver parlato in altre lingue.

Nelle comunità non avviene com’è scritto nella Bibbia, purtroppo, perché molti prima di tutto non SONO REALMENTE battezzati con lo Spirito santo e dalla loro bocca esce solo un insieme di suoni senza senso (cacofonia), e neppure i doni di profezia e d’interpretazione molte volte non sono vere manifestazioni dello Spirito santo, cioè non provengono dallo Spirito santo, ma sono manifestazioni della carnalità dell’uomo. I doni spirituali non possono provenire da una volontà umana, ma sono una manifestazione dello Spirito santo, devono venire solo ed esclusivamente dallo Spirito santo e non dalla mente umana.

Lo Spirito santo conosce le Scritture e non agirebbe mai in contrasto con esse, quindi, tutto ciò che non è confermato con le Scritture, o meglio tutto ciò che contrasta con la Parola di Dio non è da Dio, perché è MENZOGNA. Se la Parola di Dio è verità, chi dice il contrario di essa è BUGIARDO.

In poche parole, fratelli pentecostali, voi siete spesso ingannati da coloro che fanno FINTA e MENTONO nel cercare di imitare la manifestazione dei veri doni spirituali, perché la maggior parte dei doni che si sentono manifestarsi oggi nelle Chiese, sono solo un goffo e furbesco tentativo di imitare quelli veri, e di far gridare i fratelli che Dio è presente in mezzo a loro, quando in realtà non è così; lo Spirito santo non è presente in molte comunità pentecostali, ed è per quello che viene sonnolenza, che si sente un’aria oppressiva quando si entra in una di queste comunità e si esce da esse più aridi di quando si è entrati.

Fratelli, vi siete offesi perché vi sto dicendo la verità? Io non vi amo forse e per questo motivo vi dico la verità? Vi amano di più di me coloro che vi mentono e vi ingannano? La verità non va essa a braccetto con la carità? Quindi, dove non c’è verità, per forza di cose non c’è neppure CARITA’.

Svegliatevi, fratelli, perché è vero che vi hanno annunziato l’Evangelo, ma dopo aver fatto ciò vi stanno ingannando in modo terribile, in modo abominevole, e in realtà non si curano delle vostre anime, del vostro stato spirituale, ma a loro interessa principalmente, se non solamente, ciò che voi mettete nelle offerte e nelle decime; ma della vostra anima, ai vostri dirigenti non interessa proprio nulla. Se voi sareste nell’interesse del conduttore, lo sentireste vicino a voi, più presente e si prenderebbe cura delle pecore zoppe e bisognose, cosa che in realtà non avviene, o avviene solo con rarità.

Credetemi, vorrei tanto sbagliarmi e chiedere perdono a tutti voi, per ciò che dico, ma non posso mentire, non posso chiedere perdono per l’amore che provo per la verità e per tutti i santi del Signore, e non potendo annullare la verità della Parola di Dio, vi parlo con il cuore in mano in questa maniera, diretta, franca, forte e dura, per suonarvi la sveglia e per farvi riflettere, perché molti di voi stanno dormendo profondamente nello spirito, ma è giunta l’ora di svegliarsi, il sole della verità si sta alzando, e sta per farsi ormai giorno pieno.

Spero tanto che almeno qualcuno di voi comprenda e cessi immediatamente di ingannare i fratelli con pratiche non bibliche, non spirituali, e che altri imparino a guardarsi e a stare attenti a non farsi ingannare da manifestazioni bugiarde e malvagie, che non vengono da Dio.

Che nessuno vi seduca con vani ragionamenti.

Giuseppe Piredda


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