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No, non è giusto chiamare il locale di culto ‘casa di Dio' perché la casa di Dio non è un edificio fatto di mattoni o di pietre o di legno (come è un locale di culto) ma un edificio spirituale fatto da persone nate di nuovo il quale serve da dimora a Dio per lo Spirito Santo. Lo scrittore agli Ebrei infatti dice: "La sua casa siamo noi" (Ebr. 3:6), Paolo dice agli Efesini: "Ed in lui voi pure entrate a far parte dell'edificio, che ha da servire di dimora a Dio per lo Spirito" (Ef. 2:22), e Pietro dice nella sua prima epistola: "Accostandovi a lui, pietra vivente, riprovata bensì dagli uomini ma innanzi a Dio eletta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati qual casa spirituale, per essere un sacerdozio santo per offrire sacrificî spirituali, accettevoli a Dio per mezzo di Gesù Cristo" (1 Piet. 2:4-5).
Non è giusto neppure chiamare il locale di culto ‘chiesa' perché la parola greca ekklesia significa ‘assemblea' [dei tirati fuori]; per cui questa parola va usata solo in riferimento all'assemblea dei fratelli in Cristo a prescindere dove si riuniscono per rendere il loro culto a Dio. E che sia così è attestato dalle seguenti Scritture. Paolo scrivendo ai santi di Colosse dice: "Salutate i fratelli che sono in Laodicea, e Ninfa e la chiesa che è in casa sua" (Col. 4:15), e a quelli di Roma dice di salutare la chiesa che era in casa di Aquila e Priscilla (cfr. Rom. 16:5). Quando Pietro fu messo in prigione la Scrittura dice che "fervide preghiere erano fatte dalla chiesa a Dio per lui" (Atti 12:5). Dopo che Saulo si convertì al Signore la Scrittura dice: "Così la Chiesa, per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria avea pace, essendo edificata; e camminando nel timor del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicava" (Atti 9:31). Per citare solo alcuni dei tanti versetti dove in una maniera o nell'altra la chiesa si riferisce all'assemblea dei riscattati.
E' bene dunque che coloro che hanno l'abitudine di chiamare il locale di culto ‘Casa di Dio' o ‘Chiesa' smettano di farlo.
Sì, è lecito, non c'è un solo passo biblico e nessun motivo fondato sulle Sacre Scritture per dichiarare il loro uso una cosa illecita. E' vero che sia nel libro degli Atti che nelle epistole non c'è nessun accenno ad un uso di strumenti musicali durante le riunioni dei santi antichi, tuttavia è anche vero che in cielo vengono usati degli strumenti musicali nella lode che viene rivolta a Dio e all'Agnello che sta alla sua destra. Giovanni vide le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani che erano attorno al trono di Dio con una cetra ciascuno (cfr. Apoc. 5:8), egli in cielo vide anche "come un mare di vetro e di fuoco e quelli che aveano ottenuta vittoria sulla bestia e sulla sua immagine e sul numero del suo nome, i quali stavano in piè sul mare di vetro avendo delle arpe di Dio. E cantavano il cantico di Mosè, servitore di Dio, e il cantico dell'Agnello, dicendo: Grandi e maravigliose sono le tue opere, o Signore Iddio onnipotente; giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni. Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo; e tutte le nazioni verranno e adoreranno nel tuo cospetto, poiché i tuoi giudicî sono stati manifestati" (Apoc. 15:2-4). Se dunque in cielo, dove c'è il trono di Dio e quello dell'Agnello, è permesso l'uso di strumenti musicali non vedo proprio perché non dovrebbe essere permesso sulla terra nell'assemblea dei santi in mezzo ai quali dimora sia il Padre che il Figliuolo.
Butindaro Giacinto