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Chi sono i figli di Dio citati in Genesi 6?

Nella Bibbia ci sono molti versetti che sono chiari e subito comprensibili, ma ce ne sono anche taluni che talvolta sono difficili da intendere, o meglio, per comprenderli bisogna mettere insieme altri passi che si spiegano l’uno con l’altro e li rendono comprensibili. Insomma, è la Scrittura stessa che spiega la Scrittura, e noi figlioli di Dio dobbiamo solo stare attenti a mettere insieme i passi giusti per ogni argomento o Dottrina.

Uno dei passaggi su cui vengono fatte delle domande per sapere quale sia il significato, è quello di Genesi al capitolo 6, che riguarda l’antefatto che ha portato l’Eterno a mandare il diluvio sulla terra. In particolare si vuole capire chi siano i ‘figli di Dio’ che vengono menzionati in quel capitolo.

Ecco cosa sta scritto nel primo libro della Bibbia, la Genesi, scritto da Mosè:

«Or quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furon loro nate delle figliuole, avvenne che i figliuoli di Dio videro che le figliuole degli uomini erano belle, e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. …

In quel tempo c'erano sulla terra i giganti, e ci furono anche di poi, quando i figliuoli di Dio si accostarono alle figliuole degli uomini, e queste fecero loro de' figliuoli. Essi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi. E l'Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra, e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo. E l'Eterno si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo.

E l'Eterno disse: 'Io sterminerò di sulla faccia della terra l'uomo che ho creato: dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli; perché mi pento d'averli fatti'. Ma Noè trovò grazia agli occhi dell'Eterno.» (Gen. 6:1-8)

Da quei passi riportati che prendiamo in esame, emerge chiaramente che viene fatta la netta distinzione tra i figli di Dio e le figliole degli uomini; quindi, nasce la necessità di comprendere chi siano i “figlioli di Dio” citati in quel passo, considerato anche il fatto che, dall’unione carnale tra quei figli di Dio e le figliole degli uomini nacquero dei giganti (cfr. Gen. 1:4); da ciò, si capisce che essi avevano qualcosa di diverso dagli altri uomini e donne definiti ‘figlioli degli uomini’.

Come preannunciato, dobbiamo andare alla Scrittura che ci deve chiarire chi sono quei ‘figli di Dio’, e nel libro di Giobbe leggiamo queste parole che ce lo spiegano:

«Or accadde un giorno, che i figliuoli di Dio vennero a presentarsi davanti all'Eterno, e Satana venne anch'egli in mezzo a loro.» (Giobbe 1:6)

«Or accadde un giorno, che i figliuoli di Dio vennero a presentarsi davanti all'Eterno, e Satana venne anch'egli in mezzo a loro a presentarsi davanti all'Eterno.» (Giobbe 2:1)

«Dov'eri tu quand'io fondavo la terra? Dillo, se hai tanta intelligenza. Chi ne fissò le dimensioni? giacché tu il sai! O chi tirò sovr'essa la corda da misurare? Su che furon poggiate le sue fondamenta, o chi ne pose la pietra angolare quando le stelle del mattino cantavan tutte assieme e tutti i figli di Dio davan in gridi di giubilo?» (Giobbe 38:4-7)

Nei primi due passi riportati, ci fu una riunione di tutti gli Angeli in cielo davanti all’Eterno, e vi partecipò anche Satana, che era un Angelo di Dio decaduto, Lucifero, ed è divenuto ‘il nemico di Dio’, ‘l’avversario’, ‘l’accusatore’, perché il nome Satana vuole dire tali cose.

Nel terzo passo riportato sopra di Giobbe, è lo stesso Iddio che parla, e nel fare delle domande a Giobbe, a cui nessuno di certo può rispondere, Egli parlando del momento in cui l’Eterno creò i cieli e la terra, vi erano gli Angeli che giubilavano, perché essi erano già stati creati, e li definisce ‘figli di Dio’.

Quindi, possiamo dire che quei ‘figli di Dio’ menzionati in Genesi capitolo 6 erano degli Angeli; in quel capitolo sta scritto che la malvagità sulla terra aumentò molto, quando gli uomini incominciarono a moltiplicarsi, e pure degli Angeli si fecero prendere da desideri che non erano buoni, e si unirono carnalmente con le donne della terra, e da quella unione nacquero dei giganti. Un tale fatto anche si può sembrare strano, non deve meravigliarvi, perché gli Angeli, benché siano esseri spirituali, hanno la potenza da poter prendere le sembianze di un uomo in modo preciso in tutto il suo essere; infatti, come dice la Scrittura, non possiamo escludere che sia avvenuto che nella vita di tutti noi, senza rendercene conto, abbiamo incontrato o addirittura ospitato degli Angeli a casa nostra (cfr. Ebrei 13:1-2).

Tutto ciò che avvenne in quel periodo storico della vita nella terra, dispiacque fortemente all’Eterno che mandò il diluvio su tutta la terra, così fece morire tutti gli uomini malvagi, tranne otto persone, che sono Noè e la sua famiglia.

Per quanto riguarda quegli Angeli citanti al capitolo 6 della Genesi, che lasciarono la loro dignità primiera, per scendere a prendere forma d’uomo e condividere i piaceri degli uomini, è chiaro che essi non potevano morire annegati nell’acqua del diluvio, ma Iddio di loro fece questo che hanno citato Pietro e Giuda:

«Perché se Dio non risparmiò gli angeli che aveano peccato, ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi pel giudizio; e se non risparmiò il mondo antico ma salvò Noè predicator di giustizia, con sette altri, quando fece venire il diluvio sul mondo degli empi;…» (2 Pietro 2:4-5)

«e che Egli ha serbato in catene eterne, nelle tenebre, per il giudicio del gran giorno, gli angeli che non serbarono la loro dignità primiera, ma lasciarono la loro propria dimora.» (Giuda 1:6)

Tali Apostoli nella loro epistola scrissero della fine temporanea che l’Eterno fece fare a quegli Angeli, i quali avendo abbandonato e rinnegato la loro dignità di prima, e si abbassarono ad una condizione morale, di qualità e natura a quella pari all’uomo, che era schiavo del peccato a causa del peccato originale commesso da Adamo ed Eva, furono imprigionati in un particolare tipo di luogo, furono rinchiusi in antri tenebrosi, in un abisso (voglio far notare a quelli che non credono che la salvezza si possa perdere, che quei passi sugli Angeli vengono citati per dimostrare che la salvezza si può perdere, come gli Angeli sono caduti dalla loro dignità che avevano, così pure può accadere anche ai credenti che sono stati salvati e sono nati di nuovo, e benché siano diventati nuove creature spiritualmente, pure, se si sviano o cessano di avere fede, come avvenne agli Angeli, verranno rigettati dalla presenza di Dio).

Perciò, quegli Angeli che lasciarono la loro dignità per essere come gli uomini, furono da Dio imprigionati in antri tenebrosi in attesa del giorno del giudizio, anche loro quel giorno saranno giudicati e saranno poi gettati nello stagno di fuoco e di zolfo (cfr. Apoc. 20:10).

A conferma dell’esistenza di quel particolare tipo di luogo, leggiamo anche queste altre parole che le confermano:

«Poi vidi un angelo che scendeva dal cielo e avea la chiave dell'abisso e una gran catena in mano. Ed egli afferrò il dragone, il serpente antico, che è il Diavolo e Satana, e lo legò per mille anni, lo gettò nell'abisso che chiuse e suggellò sopra di lui onde non seducesse più le nazioni finché fossero compiti i mille anni; dopo di che egli ha da essere sciolto per un po' di tempo.» (Apoc. 20:1-3)

Quel passaggio di Genesi capitolo 6, a proposito di chi fossero i ‘figli di Dio’, è stato soggetto alle più varie manipolazioni ed ha dato origine alle teorie più strampalate, che non possono essere confermate dalla Scrittura, perché in quel caso l’unica verità è ciò che ci insegnano le Scritture, quindi ci dobbiamo attenere ai passi citati e se qualcuno non li vuole accettare, deve comunque dare delle spiegazioni chiare e precise, soprattutto di quanto hanno scritto Pietro e Giuda, che ho riportato sopra.

Perciò, cari fratelli e sorelle nel Signore, vi esorto vivamente ad esaminare ogni cosa che sentite o leggete, dovete farlo sempre, e dovete guardare quanto ciò che viene detto è ben supportato dalle Scritture stesse, e non tanto dalle parole degli uomini. Facendo così vi troverete certamente bene.

Diletti e fedeli nel Signore, badate dunque a come ascoltate e badate che nessuno vi seduca con vani e manipolatori ragionamenti.

Giuseppe Piredda