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Alla donna non è permesso né d'insegnare, né d'usare autorità sul marito

È scritto: “La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poichè non permetto alla donna d’insegnare, nè d’usare autorità sul marito, ma stia in silenzio”.[1]

Sorelle, voi dovete imparare in silenzio con ogni sottomissione, quindi senza mormorare e senza interrompere, mentre parla, chi insegna la Parola. A voi non è permesso di insegnare la dottrina di Dio, quella medesima dottrina che Paolo, Pietro e gli altri apostoli insegnavano ai santi e che Paolo stesso ordinò di inse­gnare a Timoteo e a Tito. Non solo non vi è permesso d’insegnare, ma neppure di usare autorità sul vostro marito, e questo perchè egli è il vostro capo e voi dovete stare soggette a lui.

Se è una cosa indecorosa e sconveniente vedere una di voi sorelle usare autorità sul proprio marito, sappiate che è altresì indeco­roso vedere una di voi insegnare. A voi è permesso di pregare, e di profetizzare se avete il dono di profezia, ma non vi è permes­so di insegnare. Vi sono quelli che dicono: ‘Siccome che la donna può profetizzare, può anche insegnare perchè chi profetizza insegna’, ma io voglio ricordare a costoro e a voi medesime, che il dono di profezia e il dono d’insegnamento sono due doni diffe­renti l’uno dall’altro, e non lo stesso. Questo lo attesta Paolo, quando dice: “E siccome abbiamo dei doni differenti secondo la grazia che ci è stata data, se abbiamo dono di profezia, profe­tizziamo secondo la proporzione della nostra fede; se di ministe­rio, attendiamo al ministerio;  se d’insegnamento, all’insegnare”;[2] badate che Paolo non ha detto: ‘Non permetto alla donna di profetizzare’, perchè ciò sarebbe andato contro la Parola che dice: “Le vostre figliuole profetizzeranno”,[3] ma ha detto una cosa differente, e cioè: “Non permetto alla donna d’insegnare”.[4]

La Parola dichiara che nella chiesa di Cencrea vi era una diaco­nessa, infatti Paolo disse ai santi di Roma: “Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencrea, perchè la riceviate nel Signore, in modo degno dei santi, e le prestiate assistenza, in qualunque cosa ella possa aver bisogno di voi; poichè ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me stesso”;[5] quindi, una donna può essere fatta diaconessa in una chiesa, se ha i requisiti necessari, ma vi ricordo che i diaconi non sono preposti ad insegnare la dottrina di Dio, ma a svolgere svariati servizi assistenziali a pro dei santi; ecco perchè tra i requisiti che un diacono deve avere per assumere questo ufficio non v’è quello di ‘atto ad insegnare’. Voglio che sappiate queste altre cose:

-Quando Dio appartò i Leviti, sotto la legge di Mosè, per confe­rirgli il servizio del tabernacolo e per insegnare a Israele le sue leggi (secondo che è scritto: “Essi insegnano i tuoi statuti a Giacobbe e la tua legge a Israele”)[6] scelse degli uomini per fare ciò e non delle donne.

-Al tempo di Nehemia e di Esdra, dopo che furono ricostruiti il tempio e le mura di Gerusalemme, fu fatta la pubblica lettura della legge di Dio con la relativa spiegazione dinnanzi al popolo radunato, ed anche in questo caso furono degli uomini fra i Leviti a fare tutto questo, secondo che è scritto: “Jeshua, Bani, Scerebia, Jamin, Akkub, Shabbethai, Hodia, Maaseia, Kelita, Azaria, Jozabad, Hanan, Pelaia e gli altri Leviti spiegavano la legge al popolo, e il popolo stava in piedi al suo posto. Essi leggevano nel libro della legge di Dio distintamente; e ne davano il senso, per far capire al popolo quel che s’andava leggendo”.[7]

-Gesù scelse dodici uomini come apostoli, per mandarli a predi­care, e dopo i dodici elesse altri settanta discepoli per mandar­li dinnanzi a sè, i quali erano pure essi degli uomini.

-Le donne che seguivano Gesù ebbero il loro ruolo e Luca ce lo descrive in questa maniera: “Con lui erano i dodici e certe donne che erano state guarite da spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni, e Giovan­na, moglie di Cuza, amministratore d’Erode, e Susanna ed altre molte che assistevano Gesù ed i suoi coi loro beni”.[8] Le donne che erano con Gesù e con i suoi discepoli non erano affatto occupate a predicare e a insegnare la parola di Dio, ma erano occupate a prestare loro assistenza con i loro beni. Non sta forse scritto: “Colui che viene ammaestrato nella Parola faccia parte di tutti i suoi beni a chi l’ammaestra”?[9]

Io sono persuaso che voi, sorelle, dovete seguire l’esempio di Maria, la sorella di Marta, “la quale, postasi a sedere ai piedi di Gesù ascoltava la sua parola”.[10] Gesù disse di Maria che ella aveva scelto la buona parte che non le sarebbe stata tolta; quello che invece avviene in seno a molte chiese è questo; alcune sorelle non hanno scelto la buona parte che scelse Maria, cioè quella di ascoltare la parola di Dio e di imparare in silenzio, ma hanno scelto una parte che non s’addice affatto a loro, cioè quella d’insegnare.

A quelli che affermano che la donna può insegnare perchè Dio nell’antichità costituì pure delle donne nell’ufficio di profeta, ricordo che il ministerio di profeta è differente da quello di dottore, e che il fatto che uno sia profeta non significa che di conseguenza sia atto ad insegnare. Debora era profetessa, come lo erano Hulda, al tempo del re Giosia, ed Anna, ai giorni in cui nacque Gesù, ma esse non erano preposte da Dio ad insegnare la legge al popolo, perchè a questo (secondo la legge) erano prepo­sti i sacerdoti Leviti, infatti Dio disse: “Le labbra del sacer­dote sono le guardiane della scienza e dalla sua bocca uno cerca la legge”.[11] Anche il profeta Michea fece una distinzione fra l’ufficio del sacerdote e quello del profeta, infatti Dio, biasi­mando il popolo per mezzo di lui, disse: “I suoi sacerdoti inse­gnano per un salario, i suoi profeti fanno predizioni per danaro”;[12] come potete vedere erano i sacerdoti che insegnavano la legge e non i profeti. Una donna, sotto la grazia, può essere costituita da Dio profetessa, ma essere profeta non significa essere preposti ad insegnare; una donna profetessa, profetizza per lo Spirito quando lo Spirito viene su lei, e riferisce le visioni e le rivelazioni che Dio le da, ma questo non fa di lei una donna preposta ad insegnare la dottrina di Dio. L’errore di alcuni è quello di considerare il dono di profezia dono d’inse­gnamento e il ministerio di pastore uguale a quello di profeta, ma da ciò che insegna la Scrittura non è così, altrimenti Paolo si sarebbe contraddetto.

Voglio soffermarmi ancora su questo soggetto, perchè ritengo doveroso farlo, per amore della verità.

Alcuni dicono che la donna può insegnare perchè Gesù, quando risuscitò apparve per prima ad una donna, a Maria Maddalena, alla quale disse: “Và dai miei fratelli, e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, all’Iddio mio e Iddio vostro”.[13] Ora, “Maria Maddalena andò ad annunziare ai discepoli che aveva veduto il Signore, e ch’egli le aveva dette queste cose”,[14] ma non andò ad insegnare la dottrina ai discepoli del Signore, e non è che da quel giorno in poi divenne atta ad insegnare. La Scrittura dice che (dopo che lo Spirito fu sparso sulla chiesa) i credenti “erano perseveranti nell’at-tendere all’insegnamento degli apostoli”,[15] e non mi dice affatto che vi era qualcuna delle donne a cui era apparso Gesù ad insegnare assieme a loro. Quando Gesù apparve agli undici su un monte della Galilea disse a loro: “Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro d’osservare tutte quante le cose che v’ho comandate”,[16] e non alle donne alle quali era apparso.

Veniamo ora ad Anna, profetessa, che “non si partiva mai dal tempio, servendo a Dio notte e giorno con digiuni ed orazioni”.[17] Innanzi tutto questa donna pia stava sempre nel tempio, in un luogo santo, dove tutti i Giudei si radunavano, ma non vi ammae­strava i Giudei insegnando loro la legge di Mosè, ma vi serviva Dio pregando e digiunando. E poi, quando sopraggiunse nella stessa ora in cui il bambino Gesù fu presentato al Signore, la Scrittura dice che “lodava anch’ella Iddio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme”.[18] Anna si mise a parlare del bambino ed alcuni hanno dedotto che insegnava; ma come si può affermare una tale cosa quando è detto solo che ella parlava del bambino? Io sono persuaso che se quelle donne che vogliono a tutti i costi insegnare si mettessero a servire Dio nella stessa maniera in cui faceva Anna, cioè pregan­do e digiunando, e smettessero di voler insegnare, farebbero una cosa gradita a Dio.

Ora veniamo ad alcune donne che collaborarono con l’apostolo Paolo, perchè quelli che vogliono contendere affermano che esse insegnavano la Parola di Dio.

Ecco i passi delle Scritture, che secondo alcuni, affermano che la donna può insegnare:

-“Ma Priscilla ed Aquila, uditolo (ad Apollo), lo presero seco e gli esposero più appieno la via di Dio”:[19]

-“Io esorto Evodìa ed esorto Sintìche ad avere un medesimo sentimento nel Signore. Sì, io prego te pure, mio vero collega, vieni in aiuto a queste donne, le quali hanno lottato meco per l’Evangelo...”.[20]

Ora, se questi passi volessero dire che Priscilla, Evodìa e Sintìche insegnavano la Parola, ciò significherebbe che Paolo permetteva loro d’insegnare. Ma allora, se è così, Paolo mentì a Timoteo, perchè gli disse che lui non permetteva alla donna d’insegnare! Ma se è così allora, chi dice la verità ? Quelli che sostengono che questi passi significano che queste donne insegna­vano o Paolo? Ma forse, si potrebbe dire che Paolo permetteva ad alcune donne di insegnare ed ad altre no! Ma in questo caso come avrebbe potuto dire a Timoteo: “Io ti scongiuro, dinanzi a Dio, dinanzi a Cristo Gesù e agli angeli eletti, che tu osservi queste cose senza prevenzione, non facendo nulla con parzialità”?[21]

Ad alcuni piace contendere, ecco perchè non si sottomettono alla parola di Dio.

Sorelle, quando la chiesa è radunata, non vi mettete a parlare con nessuno, ma statevene in silenzio; tacete, “perchè è cosa indecorosa per una  donna parlare in assemblea”,[22] dice Paolo; se volete imparare qualcosa non vi mettete a fare le vostre interro­gazioni in assemblea, ma a casa ai vostri mariti, perchè è scrit­to: “E se vogliono imparare qualcosa interroghino i loro mariti a casa”,[23] quindi, “come si fa in tutte le chiese dei santi, si tacciano le donne nelle assemblee, perchè non è loro permesso di parlare, ma debbono stare soggette come dice anche la legge”.[24]

Prima ho detto che alla donna non è permesso neppure di usare autorità sul marito; vediamo quindi come una donna si deve com­portare nei confronti del proprio marito.

Paolo ha scritto: “Mogli, siate soggette ai vostri mariti, come al Signore; perchè il marito è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, egli, che è il Salvatore del corpo. Ma come la Chiesa è soggetta a Cristo, così debbono anche le mogli essere soggette ai loro mariti in ogni cosa”,[25] ed ancora: “La moglie rispetti il marito”.[26]

La Chiesa è la sposa dell’Agnello ed essa è sottoposta al suo capo che è Cristo Gesù, quindi come la Chiesa mostra ogni sotto­missione in verso Cristo e non ardisce usare autorità sul Cristo di Dio, così, nella stessa maniera, la moglie deve stare sotto­messa al suo marito. Di Sara è detto che “ubbidiva ad Abramo chiamandolo signore”;[27] ella stava soggetta a suo marito, ma non era una schiava di suo marito, ma una donna libera, infatti è scritto che “Abramo ebbe due figliuoli: uno dalla schiava, e uno dalla donna libera”.[28] Perchè dico questo? Perchè alcune donne ritengono che anticamente le mogli dei patriarchi erano trattate e considerate come delle schiave. Le sante donne speranti in Dio di una volta stavano soggette ai loro mariti, e per questo loro rispettoso comportamento sono state etichettate ‘schiave’.La ragione per cui oggi, molte donne reputano che quelle sante donne fossero delle schiave risiede nel fatto che per loro è assurdo, in questa era moderna, sottomettersi al proprio marito come fecero loro. Oggi, quello che deve essere normale fare per una donna viene fatto passare per inadeguato ai tempi, e sorpassato; quindi non c’è da meravigliarsi nel vedere tante donne che non vogliono sottomettersi al proprio marito. Quelle che soprannomi­nano ‘schiavitù’ l’ubbidienza e la sottomissione di Sara nei confronti di Abramo, non sono altro che delle donne che sono diventate schiave di un perverso modo di pensare, e che per uscire dal laccio nel quale sono state prese si devono ravvedere e ubbidire alla verità. Viviamo in mezzo ad una generazione storta e perversa che ha pervertito le diritte vie del Signore, e quello a cui si assiste è questo: sono sorti molti movimenti chiamati ‘femministi’, i quali nella pratica, non fanno altro che combattere contro Dio perchè l’obbiettivo che si propongono si oppone alla sana dottrina di Dio. Quella che è chiamata ‘la lotta per l’emancipazione femminile’ non è altro che una macchinazione di Satana per distruggere il nucleo familiare. Alcune poi non sanno neppure cosa significhi ‘emancipare’. Ora, emancipare significa liberare da servitù, da soggezione; e la donna, quando dice di volersi emancipare non vuole dire altro che vuole sot­trarsi alla riverenza e all’obbedienza che lei deve rendere al marito o se non è ancora sposata all’uomo. Dio disse alla donna, dopo che ella fu sedotta e cadde in trasgressione: “I  tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su te”;[29] questo lo ha detto Dio, il Creatore di tutte le cose, e la donna che è una creatura si è messa in testa di annullare la Parola di Dio. Forse riuscirà nella sua impresa? Affatto. Forse che questa sua lotta ha portato dei miglioramenti in seno alla società? Affatto, anzi le cose in questo mondo stanno andando di male in peggio, e da quello che si vede, questo sforzo della donna di emanciparsi non sta facendo altro che accelerare il processo di distruzione della famiglia. Mi sbaglio forse se dico che oggi una donna sottomessa ed ubbidiente al proprio marito, viene considerata una pazza e un’ignorante? Mi sbaglio forse se dico che le femministe nutrono un odio particolare in verso la Parola di Dio, perchè essa mette a tacere tutte le loro pretese? Mi sbaglio forse se dico che sono in aumento i divorzi e le separazioni proprio per colpa di tutte le idee perverse che sbandierano questi movimenti che sono capeggiati dal diavolo? Oggi, il serpente antico, cioè Satana, continua a sedurre la donna; egli iniziò a farlo nel giardino d’Eden, ed ha continuato a farlo nel corso dei secoli. Egli sa come fare; egli sa che è sufficiente far passare Dio per bugiardo, per far cadere la donna in trasgressione. Che disse Dio ad Adamo? “Nel giorno che tu ne mangerai (del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male), per certo morrai”;[30] ma che disse il serpente ad Eva? “No, non morrete affatto”,[31] ed ella ci credette, e mangiò di quel frutto pensando di non morire, e le tragiche conseguenze della sua disubbidienza si continuano a vedere dopo migliaia di anni. Sorelle, io v’esorto ad ubbidire alla Parola di Dio e a non illudervi, pensando che la libertà che vi propongono le femmini­ste sia proprio quello che fa per voi e per le vostre famiglie.

La vera libertà è nel Signore, perchè è scritto: “Dov’è lo Spiri­to del Signore, quivi è libertà”;[32] dove non c’è lo Spirito di Dio, ma c’è lo spirito di questo mondo non c’è  nessuna libertà, ma solo soggezione al peccato. Sorelle, volete essere veramente libere? Perseverate nella parola di Cristo, perchè Gesù ha detto: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.[33]

Figliuole di Sion, siate date ai lavori domestici per fare trova­re a vostro marito, quando egli torna stanco dal lavoro, la casa pulita e in ordine ed i suoi indumenti lavati e stirati, pronti per essere indossati ; fategli trovare una pietanza saporita, al fine di ricreare il suo spirito dopo una giornata faticosa; fategli del bene e mai del male, lui ha bisogno di voi, voi siete l’aiuto convenevole che Dio gli ha fatto e dato; rispettatelo, e non disprezzatolo (non fate come Mical, la moglie di Davide, che disprezzò in cuore suo Davide, suo marito, quando lo vide saltare e danzare dinnanzi all’Eterno; la quale poi, “non ebbe figliuoli fino al giorno della sua morte”);[34] mostrategli a fatti e in verità che lo amate; siategli fedeli, non siate litigiose, non alzate la voce contro di lui; quando passerà una prova, rimanetegli al suo fianco per sostenerlo, e non fate come la moglie di Giobbe che quando vide suo marito soffrire gli disse: “Ancora stai saldo nella tua integrità? Ma lascia stare Iddio e muori!”;[35] abbiate figli ed allevateli, poichè questa pure è un opera buona di cui voi vi dovete rivestire.

Ora vediamo perchè alla donna non è permesso nè di insegnare e nè di usare autorità sul marito ma le è ordinato di starsene in silenzio.

Paolo dice che è “perchè Adamo fu formato il primo, e poi Eva; e Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione”.[36] Innanzi tutto vi ricordo che “l’uomo non fu creato a motivo della donna, ma la donna a motivo dell’uomo”,[37] infatti, dopo che Dio formò Adamo, prima disse: “Non è bene che l’uomo sia solo”,[38] e poi formò, con una costola che tolse all’uo­mo, la donna; l’uomo è venuto prima della donna perchè la donna non fu formata nello stesso momento in cui fu formato l’uomo, ma successivamente alla sua formazione. Dio, operando in questa maniera, ha voluto dimostrare la priorità dell’uomo rispetto alla donna. Ma vi è un’altra cosa da dire, per amore di verità; ed è che, nel giardino dell’Eden, non fu sedotto Adamo ma Eva. Paolo, conferma ciò ai Corinzi, quando dice loro: “Il serpente sedusse Eva con la sua astuzia”;[39] perchè non sta scritto che il serpente sedusse Adamo con la sua astuzia? Perchè non è vero che il ser­pente sedusse Adamo. Sia ben chiaro, Adamo peccò quando mangiò il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male secondo che è scritto: “Ma essi, come Adamo, hanno trasgredito il patto, si sono condotti perfidamente verso di me”,[40] ed ancora:”Per il fallo di quell’uno i molti sono morti”;[41] ma dobbiamo dire tutta la verità intorno a ciò che avvenne nel giardino d’Eden, dicendo che il serpente sedusse Eva e non Adamo, infatti quando Dio disse alla donna: “Perchè hai fatto questo?”,[42] la donna rispose: “Il serpente mi ha sedotta ed io ne ho mangiato”.[43] Come potete vedere, fu la donna stessa a riconoscere di essere stata sedotta. Io sono persuaso che ancora oggi in seno alla Chiesa di Dio, alcuni uomini disubbidiscono ai comandamenti di Dio a causa di donne sedotte dal serpente antico che con le loro parole dolci e lusin­ghiere riescono a trascinarli a battere vie tortuose, e sapete che avviene allora? Sorge la confusione.

Perchè molte donne non vogliono più essere soggette ai loro mariti in ogni cosa? Perchè non vogliono essere più date ai lavori domestici? Perchè non vogliono più avere figli, o se ne vogliono, dicono con tanta arroganza: ‘Non più di uno o due!’? Perchè invece di fare quello Dio ha comandato loro di fare, vogliono fare e fanno proprio quello che non è permesso loro di fare? Perchè il serpente con la sua astuzia è riuscito a sedurle.

Giacinto Butindaro


[1]1 Tim. 2:11,12

[2]Rom. 12:6,7

[3]Gioele 2:28

[4]1 Tim. 2:12

[5]Rom. 16:1,2

[6]Deut. 33:10

[7]Neh. 8:7,8

[8]Luca 8:2,3 

[9]Gal. 6:6

[10]Luca 10:39

[11]Mal. 2:7

[12]Mic. 3:11

[13]Giov. 20:17

[14]Giov. 20:18

[15]Atti 2:42

[16]Matt. 28:19,20

[17]Luca  2:37

[18]Luca  2:38

[19]Atti 18:26

[20]Fil. 4:2,3

[21]1 Tim. 5:21

[22]1 Cor. 14:35

[23]1 Cor. 14:35

[24]1 Cor. 14:34

[25]Ef. 5:22-24

[26]Ef. 5:33

[27]1 Piet. 3:6

[28]Gal. 4:22

[29]Gen. 3:16

[30]Gen. 2:17

[31]Gen. 3:4

[32]2 Cor. 3:17

[33]Giov. 8:31,32

[34]2 Sam. 6:23

[35]Giob. 2:8,9

[36]1 Tim. 2:13,14

[37]1 Cor. 11:9

[38]Gen. 2:18

[39]2 Cor. 11:3

[40]Os. 6:7

[41]Rom. 5:15

[42]Gen. 3:13

[43]Gen. 3:13


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