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Una parola sulla Trinità in base a ragionamenti tratti dalle sacre Scritture in merito alla cena del Signore ed al battesimo in acqua

1. PREMESSA

In ambito evangelico ancora oggi ci sono di quelli che non credono nella dottrina della Trinità, non credono che i TRE SONO UNO, cioè non credono che il Padre, il Figlio e lo Spirito santo siano delle persone distinte l’una dall’altra e coesistenti da ogni eternità. Tutti e tre insieme formano un solo e vero Dio.

Considerato ciò, i santi che credono in Dio, soprattutto i servitori di Gesù Cristo, hanno l’obbligo, non la facoltà ma l’obbligo, di difendere tale dottrina verace e confermata ampiamente nelle sacre Scritture. Purtroppo noto con dispiacere che sono pochi i pastori e i dottori delle comunità e organizzazioni che difendono questa importante e fondamentale dottrina biblica. In questi casi, non lo fanno perché loro stessi non ci credono nella dottrina della Trinità, oppure non vogliono offendere i molti che non ci credono e che frequentano la loro comunità. In entrambi i casi, costoro non sono da considerare dei veri servitori di Dio che fanno la volontà del Signore, non lavorano per il bene delle pecore, ma fanno solo i loro interessi e si adoperano solo per il loro ventre, sono cioè dei mercenari e non pastori del gregge di Dio. I credenti che si accorgono di far parte di queste comunità, devono sapere che corrono dei gravi pericoli per la loro anima, perché parte della verità di Dio esposta nella Bibbia non viene insegnata, né rispettata né difesa da questi mercenari.

Ma come sempre è successo nelle varie epoche, Iddio anche per i tempi d’oggi ha stabilito delle persone che parlano e annunziano la verità della Parola di Dio, che annunziano tutto il consiglio di Dio, senza badare alle conseguenze e ad eventuali persone che si scandalizzano, perché sono del parere che bisogna parlare ed ammonire chi sbaglia, esattamente come Iddio ha stabilito mediante le sacre Scritture.

Ricordatevi che il silenzio su certe verità bibliche equivale a favorire la propagazione della menzogna; ed è per questo che noi non vogliamo per niente favorire la falsa dottrina che contrasta la verità biblica della Trinità, quindi ancora una volta ci adoperiamo per difenderla e per confutare gli unitariani, che sono settari e privi della verità di Dio.

In questo scritto voglio proporvi un paragone tra quanto è scritto a riguardo della cena del Signore, con il battesimo in acqua, tenendo contro prima di tutto dei comandamenti dati da Gesù scritti nei vangeli e come viene riportato da Luca negli atti apostolici il racconto dell’applicazione pratica da parte dei discepoli di tali comandamenti.

2. CENA DEL SIGNORE

Il Signore Gesù Cristo, la notte che fu tradito, disse e fece queste cose:

«Ed egli disse loro: Ho grandemente desiderato di mangiar questa pasqua con voi, prima ch'io soffra; poiché io vi dico che non la mangerò più finché sia compiuta nel regno di Dio. E avendo preso un calice, rese grazie e disse: Prendete questo e distribuitelo fra voi; perché io vi dico che oramai non berrò più del frutto della vigna, finché sia venuto il regno di Dio. Poi, avendo preso del pane, rese grazie e lo ruppe e lo diede loro, dicendo: Questo è il mio corpo il quale è dato per voi: fate questo in memoria di me. Parimente ancora, dopo aver cenato, dette loro il calice dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per voi.» (Luca 22:15-20)

 

Questo è uno di quei passaggi delle Scritture che vengono presi nel momento in cui nelle comunità si prende la cena del Signore con i simboli del pane e del vino.

Ora, vediamo nel libro degli Atti come viene descritto il momento in cui i membri della Chiesa di Gesù Cristo prendevano la cena del Signore:

«Ed erano perseveranti nell'attendere all'insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere.» (Atti 2:42)

 

«E tutti i giorni, essendo di pari consentimento assidui al tempio, e rompendo il pane nelle case, prendevano il loro cibo assieme con letizia e semplicità di cuore, lodando Iddio, e avendo il favore di tutto il popolo. E il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che erano sulla via della salvazione.» (Atti 2:46-47)

 

«E nel primo giorno della settimana, mentre eravamo radunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, si mise a ragionar con loro, e prolungò il suo discorso fino a mezzanotte.» (Atti 20:7)

 

Ora, che l’espressione “rompere il pane” sia usata nel libro degli atti apostolici con riferimento alla Cena del Signore, lo possiamo capire da quello che ha scritto l’apostolo Paolo ai Corinzi:

«Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è egli la comunione col sangue di Cristo? Il pane, che noi rompiamo, non è egli la comunione col corpo di Cristo? Siccome v'è un unico pane, noi, che siam molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell'unico pane.» (1 Corinzi 10:16-17)

 

Nella maggior parte delle comunità evangeliche la cena del Signore viene presa citando le parole e con le modalità che sono scritte nei vangeli, che anche Paolo conferma nella lettera ai Corinzi, in osservanza di quanto Gesù ha ordinato di fare.

Nel libro degli atti degli apostoli, per brevità e perché così lo Spirito santo ha ispirato Luca a scrivere, la cena del Signore viene ricordata con poche parole, solo con la semplice citazione di “rompere il pane”, senza descrivere esattamente quello che Gesù aveva ordinato, ma chiaramente riferito ad esso.

Abbiamo dunque notato che il racconto in atti degli apostoli è descritto in modo breve e solo con un cenno, mentre nei vangeli è citato l’ordine preciso con cui si deve prendere la cena del Signore. Pertanto, per quale motivo uno dovrebbe mai arrivare a dire che la cena del Signore si dovrebbe fare solo “rompendo il pane” perché così è scritto nel libro degli atti? E non come Gesù ha ordinato di fare e come Lui per dare l’esempio da seguire ha fatto nell’ultima cena? Fare in tal modo non sarebbe corretto e non secondo il senso che Gesù ha voluto dare, per ricordare a tutti e far riflettere sul suo corpo che è stato messo in croce e sul suo sangue che è stato sparso. Quindi, prendere in considerazione quanto scritto nel libro degli Atti, sarebbe di molto riduttivo e incompleto di quanto il Signore Gesù ci ha voluto trasmettere con la Cena del Signore.

Mi sembra, dunque, che il ragionamento di sostituire il comandamento di Gesù scritto nei Vangeli, dato ai suoi discepoli, non possa essere sostituito da quanto è scritto nel libro degli fatti apostolici, in cui vengono descritti dei fatti accaduti alla Chiesa dopo la morte di Gesù Cristo, con lo scopo di farci sapere che cosa veniva genericamente praticato, senza avere la ben che minima pretesa di sostituire quanto è chiaramente ordinato nei Vangeli.

Dopo aver ragionato sulla cena del Signore, passiamo di seguito a fare un ragionamento in modo simile con il battesimo in acqua.

 

3. BATTESIMO IN ACQUA

Nel Vangelo di Matteo sono scritte queste parole, riferite al momento successivo alla resurrezione di Gesù, quando si è mostrato ai suoi discepoli Egli ha detto quanto segue:

«Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro d'osservar tutte quante le cose che v'ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente.» (Matteo 28:19-20)

Da ciò comprendiamo che Gesù ha dato ordine agli undici di battezzare espressamente con la formula: “nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo”. Gesù ha ordinato di fare in quella maniera, quindi i suoi discepoli si sono dovuti attenere e lo devono fare in maniera esatta ancora oggi.

Detto ciò, ora andiamo a leggere dei passaggi scritti negli Atti degli apostoli, per riflettere sul modo con cui Luca ha raccontato gli eventi che riguardavano il battesimo in acqua dei neoconvertiti:

«Quelli dunque i quali accettarono la sua parola furon battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone.» (Atti 2:41)

 

«Ma quand'ebbero creduto a Filippo che annunziava loro la buona novella relativa al regno di Dio e al nome di Gesù Cristo, furon battezzati, uomini e donne. E Simone credette anch'egli; ed essendo stato battezzato, stava sempre con Filippo; e vedendo i miracoli e le gran potenti opere ch'eran fatti, stupiva.» (Atti 8:12-13)

 

«I quali, essendo discesi là, pregarono per loro affinché ricevessero lo Spirito Santo; poiché non era ancora disceso sopra alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signor Gesù.» (Atti 8:15-16)

 

«E cammin facendo, giunsero a una cert'acqua. E l'eunuco disse: Ecco dell'acqua; che impedisce che io sia battezzato? Filippo disse: Se tu credi con tutto il cuore, è possibile. L’Eunuco rispose: Io credo che Gesù Cristo è il Figliuol di Dio. E comandò che il carro si fermasse; e discesero ambedue nell'acqua, Filippo e l'eunuco; e Filippo lo battezzò.» (Atti 8:36-38)

 

«E in quell'istante gli caddero dagli occhi come delle scaglie, e ricuperò la vista; poi, levatosi, fu battezzato.» (Atti 9:18)

 

«Allora Pietro prese a dire: Può alcuno vietar l'acqua perché non siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi stessi? E comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Allora essi lo pregarono di rimanere alcuni giorni con loro.» (Atti 10:47-48)

 

«E dopo che fu battezzata con quei di casa, ci pregò dicendo: Se mi avete giudicata fedele al Signore, entrate in casa mia, e dimoratevi. E ci fece forza.» (Atti 16:15)

 

«Poi annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti coloro che erano in casa sua. Ed egli, presili in quell'istessa ora della notte, lavò loro le piaghe; e subito fu battezzato lui con tutti i suoi.» (Atti 16:32-33)

 

«Ed egli disse loro: Di che battesimo siete dunque stati battezzati? Ed essi risposero: Del battesimo di Giovanni. E Paolo disse: Giovanni battezzò col battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo che credesse in colui che veniva dopo di lui, cioè, in Gesù. Udito questo, furon battezzati nel nome del Signor Gesù;» (Atti 19:3-5)

Dalla lettura dei passi sopra citati, appare evidente che in alcuni di essi è scritto che il battesimo in acqua è stato ministrato nel nome di Gesù (Atti 8:15-16; 10:47,48; 19:3-5), negli altri, invece, non si fa menzione alcuna della formula usata (Atti 2:41; 8:12-13; 8:36-38; 9:18; 16:15; 16:32-33).

Per quanto concerne il battesimo in acqua, avuto riguardo ai passi sopracitati, coloro che si apprestano a ministrare il battesimo in acqua ai neoconvertiti, è bene che riflettano per essere in grado di ministrarli come piace al Signore Gesù, e non secondo regole e tradizioni partorite da menti umane.

Il primo passo da considerare è l’ordine dato da Gesù ai suoi discepoli, scritto nel Vangelo di Matteo 28:19-20, in cui viene ordinato di battezzare “nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo”; poi di seguito dovranno considerare i passi in cui si dice che furono battezzati “nel nome del Signor Gesù” e infine i passi in cui non si fa menzione di alcun nome.

Esaminando i passi in cui non è scritto nel nome di chi è stato ministrato il battesimo, non si può assolutamente pensare che non sia stata pronunciata nessuna formula battesimale, quindi è lecito e sensato pensare che sia stata usata la formula che ha ordinato Gesù che troviamo scritta in Matteo 28:19-20: “nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo”, perché così Gesù aveva ordinato di fare.

Dall’esame degli altri passi in cui viene menzionato il fatto che i battesimi sono stati ministrati nel nome di Gesù, per non cadere in contraddizione e per non annullare quanto annunziato da Gesù in Matteo 28:19-20, è chiaro che quei passi per brevità vogliono intendere che i battesimi sono stati ministrati secondo l’autorità ed il mandato dato da Gesù ai suoi servitori, anche per distinguerli ad esempio dal battesimo di Giovanni, o da altri eventuali altri battesimi diversi. Con le dovute considerazioni e la corretta interpretazione, dunque, non si viene a creare nessuna incoerenza o contraddizione tra diversi passi delle Scritture che abbiamo preso in esame.

Non per tutti risulta così chiaro il ragionamento che abbiamo appena espresso sopra, come ad esempio gli unitariani, perché accettando la formula battesimale scritta in Matteo 28:19-20 sarebbero costretti a rispondere ai nuovi loro adepti come mai tale formula faccia chiaramente riferimento alla Trinità quando loro sono dichiaratamente e violentemente contrari. Quindi, per ovviare a ciò, non trovano di meglio che battezzare nel SOLO nome di Gesù, che è incluso anche dalla formula trinitaria che afferma si debba ministrare il battesimo in acqua “nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo”, ma che non esclude le altre due persone della Trinità che partecipano comunque alla salvezza delle anime. Infatti, Gesù è Colui che è morto per i nostri peccati (cfr Romani 5:8), il Padre è Colui che ci ha attirati a Cristo (cfr Giovanni 6:44) e lo Spirito santo è Colui che ci ha rigenerati spiritualmente (cfr Giovanni 3:3,5; 16:8-11; 1 Corinzi 12:13) e ci ha dato la fede per credere nel sacrificio compiuto da Gesù. Quindi, nella formula trinitariana, si accetta e si testimonia tutto questo, ecco dunque perché gli unitariani, contrari alla Trinità, provano ad eliminare ogni tipo di riferimento ad essa dai loro rituali e culti. In tal modo, gli unitariani non solo si ritrovano ad essere colpevoli di non aver creduto nel Padre e nello Spirito santo come persone distinte l’una dall’altra, ma parlano della salvezza delle anime e la rigenerazione spirituale in modo non conforme alle sacre Scritture.

Badate bene, non è la stessa cosa essere battezzati con una formula anziché un’altra, perché con il battesimo in acqua si rende testimonianza della salvezza ricevuta, quindi bisogna sapere come e per mezzo dell’opera di chi è abbiamo ricevuto la salvezza. Chi si battezza nel solo nome di Gesù, mostra di non credere nelle tre persone che compongono il SOLO E VERO DIO, quindi tale testimonianza non è valida, non è vera, perché ogni uomo è stato salvato per l’opera congiunta compiuta dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito santo.

Cari nel Signore, vi esorto, dunque, di non prendere alla leggera la questione della formula battesimale, tenendo anche conto che con la formula trinitariana è compreso il nome di Gesù, quindi non viene tralasciato nessuno, al contrario dell’altra formula basata sul solo nome di Gesù, col quale si omette volontariamente la testimonianza dell’esistenza e dell’opera del Padre e dello Spirito santo.

Si rende dunque necessario, prima del battesimo in acqua, uno studio accurato di tutti i passi delle sacre Scritture che riguardano la Trinità, per amore della verità.

4. CONCLUSIONI

Come si è riflettuto a riguardo della cena del Signore, parimente dobbiamo ragionare anche per quanto riguarda il battesimo in acqua, pertanto, esaminando tutti i passi della Parola di Dio, la conclusione di tutto il discorso è che si deve ministrare il battesimo in acqua osservando il comandamento dato da Gesù agli apostoli nel vangelo di Matteo 28:19-20 “nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo”. Solo in questa maniera si mantiene uno stesso modo coerente di agire e di credere, tenendo conto della somma della Parola di Dio, e non solo di quelle parti che fanno più comodo alle proprie personali tradizioni e credenze.

Nel libro degli atti viene raccontato quanto accaduto sia per quanto riguarda la Cena del Signore che il battesimo in acqua. Ora, nel libro degli Atti, per quanto riguarda il battesimo in acqua, in diversi passi non viene neppure nominato il nome di Gesù, quindi non si capisce per quale motivo, se si vuole prendere il libro degli Atti come base principale e unica per imporre una formula battesimale, come mai si prendano solo quei passi dov’è indicato “nel nome di Gesù” e non si debbano accettare gli altri passi che non parlano di nessun nome, introducendo in tale maniera la possibilità di battezzare senza alcuna formula, ma limitandosi ad immergere i neoconvertiti nell’acqua.

Insomma, non è sufficiente prendere solo alcuni passi e giungere alla conclusione che più si adatta alle proprie credenze personali, ma si devono tenere in considerazione tutti i passi, perché la somma della Parola è verità (cfr Salmo 119:160) e la soluzione sarà certamente quella che metterà d’accordo tutti i passi, senza contraddizione alcuna tra di loro. Nel nostro caso, in questione v’è in discussione più che una mera formula battesimale, ma una delle  più importanti verità della Bibbia: “la Trinità”; è questa fondamentale verità che bisogna prima di tutto accettare nella propria mente e far penetrare nel proprio cuore e, una volta compresa, non si farà alcuna fatica ad accettare la formula battesimale ordinata da Gesù in Matteo 28:19-20.

Infine, i fatti raccontati brevemente nel libro degli Atti, citando a cosa si riferiscono, come abbiamo visto sia per la cena del Signore che per il battesimo in acqua, non contraddicono e non annullano assolutamente i comandamenti dati da Gesù nei vangeli. Gli unitariani trovano solo un pretesto in quei passi di Atti per cercare di annullare la verità biblica della Trinità, la quale, benché non sia presente come parola nella Bibbia, pure fa riferimento ad una verità ben presente ed anche abbondantemente argomentata dal primo all’ultimo libro della Bibbia, facendo emergere chiaramente e in maniera inoppugnabile che i TRE SONO UNO.

Infatti, non è un caso che l’apostolo Paolo abbia salutato i credenti di Corinto con queste parole:

«La grazia del Signor Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo SIANO con tutti voi.» (2 Corinzi 13:14)

Paolo non avrebbe avuto la necessità di specificare le TRE PERSONE, se credeva che fosse solo UNA e NON TRE.

Anche Giovanni ha ricevuto, tra le altre, questa rivelazione direttamente da Gesù:

«E tutte le creature che sono nel cielo e sulla terra e sotto la terra e sul mare e tutte le cose che sono in essi, le udii che dicevano: A Colui che siede sul trono e all'Agnello siano la benedizione e l'onore e la gloria e l'imperio, nei secoli dei secoli.» (Apocalisse 5:13)

Quindi, anche noi diamo la benedizione, l’onore, la gloria, l’imperio e le azioni di grazie a Dio Padre che siede sul trono e a Gesù Cristo l’Agnello di Dio, e lo facciamo per mezzo dello Spirito santo che alberga nei nostri cuori.

Nessuno vi seduca con vani ragionamenti.

Giuseppe Piredda


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