Una parola di esortazione ai "Pilato" della nostra epoca
Gesù davanti a Pilato
«Poi, levatasi tutta l'assemblea, lo menarono a Pilato. E cominciarono ad accusarlo, dicendo: Abbiam trovato costui che sovvertiva la nostra nazione e che vietava di pagare i tributi a Cesare, e diceva d'esser lui il Cristo re. E Pilato lo interrogò, dicendo: Sei tu il re dei Giudei? Ed egli, rispondendo, gli disse: Sì, lo sono. E Pilato disse ai capi sacerdoti e alle turbe: Io non trovo colpa alcuna in quest'uomo. Ma essi insistevano, dicendo: Egli solleva il popolo insegnando per tutta la Giudea; ha cominciato dalla Galilea ed è giunto fin qui. … E Pilato, chiamati assieme i capi sacerdoti e i magistrati e il popolo, disse loro: Voi mi avete fatto comparir dinanzi quest'uomo come sovvertitore del popolo; ed ecco, dopo averlo in presenza vostra esaminato, non ho trovato in lui alcuna delle colpe di cui l'accusate; e neppure Erode, poiché egli l'ha rimandato a noi; ed ecco, egli non ha fatto nulla che sia degno di morte. Io dunque, dopo averlo castigato, lo libererò. Ma essi gridarono tutti insieme: Fa' morir costui, e liberaci Barabba! (Barabba era stato messo in prigione a motivo di una sedizione avvenuta in città e di un omicidio). E Pilato da capo parlò loro, desiderando liberar Gesù; ma essi gridavano: Crocifiggilo, crocifiggilo! E per la terza volta egli disse loro: Ma che male ha egli fatto? Io non ho trovato nulla in lui, che meriti la morte. Io dunque, dopo averlo castigato, lo libererò. Ma essi insistevano con gran grida, chiedendo che fosse crocifisso; e le loro grida finirono con avere il sopravvento. E Pilato sentenziò che fosse fatto quello che domandavano. E liberò colui che era stato messo in prigione per sedizione ed omicidio, e che essi aveano richiesto; ma abbandonò Gesù alla loro volontà.» (Luca 23:1-5, 13-25)
Avendogli presentato Gesù, Pilato aveva due possibili giudizi da emanare, a cui era stato chiamato a fare dai giudei:
Rilasciare Gesù perché lo riteneva innocente;
Farlo uccidere perché lo riteneva colpevole.
Pilato ha detto queste parole sulle accuse che i giudei mossero contro Gesù:
“E per la terza volta egli disse loro: Ma che male ha egli fatto? Io non ho trovato nulla in lui, che meriti la morte. Io dunque, dopo averlo castigato, lo libererò.”
È dunque evidente che Pilato, dopo aver ricevuto le accuse contro Gesù mossegli dai giudei e averlo interrogato, era chiaramente giunto alla conclusione che Egli era innocente e che gli era stato dato nelle mani per invidia. In conseguenza di ciò, avrebbe, dunque, dovuto liberarlo, invece, Pilato ha deciso di far scegliere il popolo, lavandosene le mani, come se in qualche modo se si mettesse a morte Gesù, egli non ne avrebbe avuto responsabilità. Non ha voluto esprimere il giusto giudizio su Gesù, per non mettersi contro i giudei e non contrariarli, per aggraziarsi in qualche modo il loro favore. Questa sua accondiscendenza nei confronti dei giudei e il non aver giudicato con giusto giudizio, è rimasto come macchia d’infamia nella storia e il suo nome è ricordato negativamente soprattutto per questo suo rifiuto di voler giudicare rettamente e secondo giustizia, causando con ciò la morte di un innocente, di Gesù Cristo, il Figliolo dell’Iddio Altissimo.
Ancora oggi, allo stesso modo che Pilato, molti credenti si vestono dei suoi panni e procedono nella valutazione di varie cose, lavandosene le mani, lasciando agli altri il giudizio e la decisione, per non mettersi contro nessuno. Costoro vogliono piacere a tutti, nella verità e nella menzogna.
Ogni volta che viene provocato uno scandalo da qualche credente, o viene propagata una falsa dottrina, questi “novelli Pilato”, invece di giudicare rettamente tali cose e schierarsi dalla parte della Verità e della Parola di Dio, se ne lavano le mani, lasciano correre le cose come vanno, facendo finta che nulla sia successo, e vanno avanti come facevano prima. Oltre a questo, poi si permettono talvolta di scagliarsi contro coloro che hanno il coraggio, contrariamente a loro, di giudicare in modo corretto le cose per amore della verità.
Ogni qualvolta i fratelli fanno questo, tengono imprigionata la Parola di Dio, ma liberano il peccatore, la falsità, l’ingiustizia, la menzogna, che figurativamente sono rappresentati da Barabba. Avviene che molti pastori dicono ai fratelli: Volete che la Parola sia libera? Ma molti tra i fratelli rispondono: NO! E questo perché la moltitudine ha piacere che le cose rimangano come sono, essi vogliamo essere liberi di peccare, di credere nelle false dottrine che a loro fanno comodo, e vedono di malocchio e in modo dannoso che risveglia la loro coscienza e fa loro notare cosa sta scritto realmente nelle sacre Scritture.
Come Pilato, anche oggi molti pastori hanno compreso bene che la Parola di Dio nella loro denominazione ed organizzazione è stata INCATENATA in modo particolare dalla dirigenza, e che in essa non regna e non è libera di portare i benefici che la verità della Parola di Dio può portare ai santi. I VERTICI dell’organizzazione NON VOGLIONO che venga LIBERATA la Parola di Verità, non vogliono che venga insegnata la sana dottrina e la disciplina nelle Chiese, non vogliono che si parli contro il peccato e si esorti alla santificazione e, come Pilato, certi pastori si sottomettono alla volontà di quei moderni capi sacerdoti che indirizzano e dirigono le denominazioni. Questi pastori a capo della loro comunità, anziché obbedire e servire l’Iddio vivente e vero, la giustizia di Dio e la Verità di Dio esposta nelle sacre Scritture, servono invece a questi uomini corrotti e sviati quanto alla verità, e lo fanno di certo per un loro tornaconto personale.
Questi pastori nei panni di Pilato, chiedono ai capi sacerdoti cosa devono fare con la Parola di Dio, e questi rispondono che se la devono gettare dietro le spalle. Viene loro imposto che ciò di cui si devono prendere cura è solo lo statuto e il regolamento dell’organizzazione, non certo della Chiesa e attendere all’insegnamento della Parola di Dio scritta.
Qualcuno di questi, preso da qualche rimorso di coscienza, prova ogni tanto ad insegnare la verità della Parola che sta scritto nella Bibbia, ma i loro capi gridano più forte e intimano loro di non farlo più assolutamente, perché di determinati argomenti e dottrine i pastori non ne devono assolutamente parlare.
Purtroppo, questi pastori, per SODDISFARE i voleri dei loro capi e anche le aspettative di una certa parte del popolo che è corrotta e vive nel peccato, tralasciano di insegnare ciò che sta scritto nella Bibbia, insegnando invece le cose che dicono i manuali e i commentari impostigli, che sono stati accuratamente scelti e adottati dai loro “novelli capi sacerdoti”.
Quando parlano di certe verità della Parola di Dio, lo fanno flagellando la verità, aggiustandola a loro piacimento, modellando e manipolando a proprio piacimento, a tal punto che tale verità biblica venga svuotata della sua forza ed efficacia, risultando non più comprensibile; questi fanno una tale VIOLENZA ai passi delle Scritture, che arrivano molte volte a dire il contrario di quello che sta scritto.
Ecco perché si sentono certi falsi insegnamenti del tipo:
Che Giobbe era orgoglioso! (mentre nella Parola di Dio si legge che Giobbe era un uomo giusto);
Che Lot era il compagno degli schernitori (invece nella Bibbia leggiamo che Lot era un uomo giusto);
Che Gesù tornerà due volte (mentre nelle sacre Scritture è scritto che Gesù tornerà solo una volta e in maniera visibile a tutti);
che i divorziati possono risposarsi con il primo coniuge ancora in vita (mentre nella Bibbia il risposarsi è considerato adulterio);
che le donne possono insegnare la Parola di Dio (quando invece nelle sacre Scritture questo è assolutamente vietato);
l’elenco è molto lungo, di cose simili ne dicono tante, troppe!
Costoro fanno come i soldati romani, che hanno rivestito Gesù come Re per schernirlo, lo stesso fanno questi predicatori con la Parola di Dio, con la bocca dicono che la guida, la verità sta nelle sacre Scritture, mentre sempre con la loro bocca invece insegnano il contrario di quello che la Bibbia dice, cose tramandate e inculcate nelle loro scuole di formazione biblica gestite da personaggi che odorano di massoneria.
Questa tipologia di pastori simile a Pilato, si fanno beffe della Parola di Dio, la scherniscono, ce l’hanno in mano la Bibbia, ma non la considerano la loro UNICA GUIDA, non accettano ciò che vi è scritto come Parola dell’Iddio vivente e vero.
Ma Iddio nella sua misericordia, sta facendo sorgere il sole del primo giorno, del giorno del risveglio, in cui la Parola di Dio sta ritornando a risplendere nei cuori dei santi, di coloro che temono Iddio e vogliono fare la sua volontà. Si sta facendo mattina, il sole della giustizia e della verità comincia a splendere vie più, e la Parola di Dio sta tornando ad illuminare i cuori e la Vita dei figlioli di Dio.
Per un certo tempo la Verità della Parola è rimasta nascosta, sotterrata, ma grazie a Dio che ha suscitato dei ministri, ora sta tornando a regnare nei cuori dei credenti, sta tornando a portare vita là dove c’era la morte spirituale.
Il tempo è oramai giunto, è tempo di svegliarsi! È tempo di tornare alla Parola di Dio! Risorgete fratelli nel Signore, e Cristo vi inonderà di luce e di verità. Risorgete anche voi pastori corrotti che avete agito come Pilato, perché Dio è misericordioso e avrà pietà di voi e vi guiderà nella verità e vi concederà tutto ciò di cui voi necessitate per compiere la sacra opera del pasturare le pecore del Signore.
Diletti e fedeli nel Signore, voi che temete Iddio e volete piacergli in ogni cosa, non dovete fare come Pilato lavandovene le mani, quando vedete che la Parola di Dio viene disprezzata e accusata ingiustamente e si mente contro la verità, voi avete l’obbligo di intervenire e annunziare ciò che sta scritto, per la gloria di Dio e per amore della verità. Se farete come Pilato, allora voi sarete colpevoli davanti a Dio, come lo è stato Pilato e sarete trattati come lui.
Badate dunque come ascoltate, e anche come parlate, perché Iddio è un giusto giudice, ed è il rimuneratore di coloro che credono in Lui, e a suo tempo voi riceverete ciò che vi meritate, in base alle vostre opere e parole.
A Dio, che è assiso nel suo trono nei cieli, e la terra è lo sgabello dei suoi piedi, siano la gloria, l’onore e la lode, nei secoli dei secoli. Amen!
Giuseppe Piredda