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In difesa del Battesimo con lo Spirito santo e il parlare in altre lingue

1.  PREMESSA

Attraverso il profeta Gioele, Iddio ha promesso il dono dello Spirito santo ai giudei e ai gentili (cfr Gioele 2:28-32).

Tale promessa di Dio ha iniziato ad adempiersi il giorno della festa giudaica denominata della pentecoste, cinquanta giorni dopo che Gesù è risuscitato dai morti (cfr Atti 2:16-20).

In riferimento a tale promessa del dono dello Spirito santo, la cui manifestazione esteriore è necessariamente accompagnata dal parlare in altre lingue, Pietro dichiara che è per tutti, per i giudei e anche per i gentili, e per tutti coloro che avrebbero creduto da lì in poi, secondo quanto leggiamo nelle sacre Scritture:

«E Pietro a loro: Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remission de’ vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Poiché per voi è la promessa, e per i vostri figliuoli, e per tutti quelli che son lontani, per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà.» (Atti 2:38-39)

Oltre al profeta Gioele, a Giovanni Battista e a Pietro, anche Gesù ricorda la promessa, definendola in questo modo:

«Poiché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo tra non molti giorni. Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra.» (Atti 1:5,8)

Quindi, ricevere il battesimo con lo Spirito santo, chiamato anche il dono dello Spirito santo, significa ricevere una maggiore e più efficace “potenza” dello Spirito santo, per rendere testimonianza del nome di Gesù in ogni luogo ci si trovi.

Molti credenti, purtroppo, non accettano di buon grado questo “parlare in lingue” strettamente connesso al battesimo con lo Spirito santo, lo trovano molto strano, e diversi di loro, essendo anche stati scandalizzati da una certa cerchia di pentecostali con la loro condotta carnale e sconveniente, o avendone sentito parlare negativamente dei pentecostali, hanno trovato più conveniente giungere a pensare che tale promessa non sia più valida per i  nostri giorni.

2.  IL RIEMPIMENTO DI SPIRITO SANTO

Premesso quanto detto sopra, rivolgo queste mie parole soprattutto a coloro che non accettano la promessa dello Spirito santo, affinché ricevano argomenti e passi della Bibbia su cui riflettere, con la speranza che giungano così a riconoscere la verità di quanto è scritto nella Parola di Dio, la quale non può essere annullata da qualche testimonianza negativa di talune persone che falsificano il parlare in altre lingue.

Per annullare la promessa di cui stiamo parlando, certi credenti prendono in esame solo quei passi del libro dei Fatti apostolici in cui si parla di riempimento di Spirito santo senza che a tale esperienza sia sempre indicato il parlare in altre lingue.

Siccome gli fa comodo in questa occasione, usano tale principio guida nel fare un ragionamento tratto dalle Scritture. Ho voluto prendere in considerazione tale principio, per rispondergli e per rendere chiara la questione a chi è confuso e vuole sapere la verità. Le cose che dico in questo articolo traggono origine da miei commenti sui social scritti in risposta alle obiezioni sollevate da taluni.

Un tale modo di ragionare degli antipentecostali, che fa uso di ristretti passi della Bibbia indirizzandoli verso una certa direzione da loro voluta, risulta essere molto riduttiva rispetto alla somma della Parola di Dio; infatti, non tiene conto di tutti gli altri passi degli Atti degli Apostoli che associano all’esperienza del riempimento di Spirito santo con la conseguente manifestazione del parlare in altre lingue sconosciute.

Da tutta l’esperienza che oramai ho maturato in tanti anni di fede, posso con certezza dire che i ragionamenti degli antipentecostali sono frutto soltanto di una mancanza di fede in un’ampia parte di ciò che sta scritto nella Parola di Dio. Costoro non accettano che sia ancora per oggi tutti i doni di ministerio (cfr Efesini 4:11-15), i sogni, le visioni, le guarigioni divine, le rivelazioni di Dio, i doni spirituali (cfr 1 Corinzi 12:1-11), tutto ciò che in qualche modo è collegato al soprannaturale e alla manifestazione diretta dello Spirito santo.

Pertanto, per rispondere a quello che asseriscono costoro limitatamente a cert passi della Bibbia, senza tener conto anche dei passi dove chiaramente viene associato il parlare in altre lingue come conseguenza del riempimento di Spirito santo, ho voluto procedere con l’esaminare alcuni passi delle Scritture da cui trarre delle deduzioni utili a comprovare che la promessa del dono dello Spirito santo è valida ancora per oggi esattamente com’è avvenuto nel giorno della pentecoste.

a)  Se si usa un principio per ragionare su una serie di passi, esso deve essere valido anche per altri simili.

Dal libro degli Atti leggiamo queste parole scritte da Luca:

«E Anania se ne andò, ed entrò in quella casa; e avendogli imposte le mani, disse: Fratello Saulo, il Signore, cioè Gesù, che ti è apparso sulla via per la  quale tu venivi, mi ha mandato perché tu ricuperi la vista e sii ripieno dello Spirito Santo.» (Atti 9:17)

Ora, leggiamo queste altre parole scritte da Paolo:

«Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi» (1 Corinzi 14:18)

Pertanto, benché non sia detto chiaramente nel passo scritto negli Atti che Paolo ha parlato in lingue dopo essere stato ripieno di Spirito santo, pure ci è lecito pensare che abbia iniziato a parlare in altre lingue proprio nel momento in cui è scritto che è stato ripieno di Spirito santo, a seguito dell’imposizione delle mani di Anania.

Non bisogna dimenticare che la promessa in argomento, preannunciata dal profeta Gioele, ha iniziato ad adempiersi in Atti 2:4, con la conseguenza esteriore del parlare in altre lingue, ed è quindi corretto pensare che sia avvenuto esattamente nella stessa maniera anche tutte quelle altre volte che nelle Scritture si parla di essere ripieni di Spirito santo, anche se non è specificato espressamente.

Nel caso in cui, invece, si voglia forzatamente pensare che quando si viene riempiti di Spirito santo non necessariamente si parli in altre lingue, si annulla la verità di tali e degli altri passi delle Scritture che lo dichiarano espressamente. Se si crede, invece, in virtù di alcuni passi di esempio riportati nelle Scritture, che ogniqualvolta un credente viene riempito di Spirito santo questi parli in lingue straniere, ciò non annulla e non contrasta nessun passo biblico, anzi, integra quelle parti non espresse per iscritto.

Quindi, il principio usato dagli antipentecostali: non è scritto chiaramente in tutti i passi, quindi non è come dicono i pentecostali, è molto riduttivo e inefficace in merito a molti altri passi delle Scritture da loro non presi in considerazione, infatti, tale principio non può essere valido in tutte le circostanze e ragionamenti; ad esempio, in tutti quei casi in cui è scritto in Atti che delle anime si sono convertite al Signore, ma non è altrettanto chiaramente scritto che le stesse sono state subito dopo battezzate in acqua, con l’applicazione di tale principio non si è legittimati ad asserire che, siccome NON STA SCRITTO CHIARAMENTE in tutti i passi, allora tali neo convertiti NON SONO STATI BATTEZZATI IN ACQUA. La validità di un principio preso a base di un ragionamento, deve poter essere ritenuto valido anche per altri passi simili delle Scritture. È anche in conseguenza di questo modo di ragionare che trovano origine le eresie e le false dottrine distruttive per la Chiesa di Dio, adattando e confezionando un ragionamento diverso per ogni occasione e passo, in base alle circostanze e alle necessità di adattamento al proprio credo.

Voglio farvi notare, che il principio da me difeso, risulta valido sia per quanto riguarda il parlare in altre lingue, sia per quanto riguarda coloro che sono stati battezzati in acqua dopo che hanno creduto. Infatti, è più ragionevole credere che, benché non sia scritto espressamente, gli apostoli in obbedienza al comando dato loro da Gesù (cfr Matteo 28:19), abbiano battezzato in acqua tutti i neo convertiti; il medesimo ragionamento si può fare, quindi, anche per il parlare in altre lingue, che si manifesta ogni qualvolta un credente viene riempito con lo Spirito santo.

b)  Le conclusioni a cui una persona giunge, dipendono dalla fede che ha in Dio e nella Parola.

Dalla misura della fede presente nel cuore del credente deriva la differenza tra i due ragionamenti evidenziati alla lettera precedente; infatti, se si ha fede in Dio e nella Sua potenza, il ragionamento che ne scaturisce sarà tratto dalle Scritture evitando di contraddire anche un solo passo; mentre, coloro che hanno poca fede in Dio e non credono nella promessa del dono di Dio di cui stiamo argomentando, si sforzeranno in tutti i modi possibili per cercare di annullare quei passi delle Scritture in cui non credono, senza curarsi minimamente che i loro discorsi non possono trovare una corretta e coerente applicazione generale.

Ho potuto constatare, purtroppo, da ciò che dicono e scrivono gli antipentecostali, che non solo manifestano mancanza di fede per quanto riguarda il dono dello Spirito santo con il segno del parlare in altre lingue, ma persino per quanto riguarda la conversione di un credente, questi evidenziano con il loro parlare delle gravi lacune anche di conoscenza su altre dottrine fondamentali.

Un credente deve necessariamente conoscere, prima di poter parlare agli altri, almeno ciò che insegnano le Scritture per quanto riguarda la conversione di quelli che sono morti spiritualmente, il che avviene attraverso la rigenerazione dello Spirito santo, diventando grazie a ciò un figliolo di Dio. Si diventa credenti nel momento in cui il Padre celeste attira un’anima perduta a Gesù, poi lo Spirito santo entra ad abitare nell’uomo peccatore producendo in lui la rigenerazione spirituale, introducendo nel suo cuore la fede nel sacrificio che ha compiuto Gesù Cristo sulla croce (cfr Giovanni 3:3,5; 16:8-11; Romani 8:9).

È gravissimo, dunque, che certi antipentecostali, per poter annullare la grande e potente promessa di Dio del dono dello Spirito santo, non trovano di meglio da dire che contraddire persino quello che è scritto nella Parola di Dio, per quanto riguarda la salvezza delle anime. Infatti, costoro si espongono a dire che i samaritani dopo che furono evangelizzati e battezzati dall’evangelista Filippo non avevano veramente creduto e non avevano dimorante in loro lo Spirito santo, ma lo ricevettero solo in seguito ad opera dell’imposizione delle mani degli apostoli (cfr Atti 8:4-17).

In merito alla conversione dei samaritani, è bene ricordare che nelle sacre Scritture è scritto:

«Ma quand’ebbero creduto a Filippo che annunziava loro la buona novella relativa al regno di Dio e al nome di Gesù Cristo, furon battezzati, uomini e donne.» (Atti 8:12)

Dal quel passo si evince senza ombra di dubbio che i samaritani avevano realmente creduto al messaggio della buona novella annunziata da Filippo e, per credere, come si legge nel vangelo di Giovanni al capitolo 16:8-11, è necessario che ci sia l’intervento dello Spirito santo con la rigenerazione spirituale, altrimenti nessun uomo può credere. In pratica avviene che lo Spirito santo da quel momento della rigenerazione spirituale entra ad abitare nel cuore dell’uomo che era prima perduto ed è, da quel momento, pienamente salvato.

È assolutamente falso pensare che Filippo avesse potuto battezzare degli increduli che non erano stati rigenerati dallo Spirito santo, perché, prima di battezzare qualcuno, Filippo si accertava doviziosamente se tale persona aveva creduto veramente oppure no che Gesù è il Figliolo di Dio, prima di poterlo battezzare in acqua.

A conferma di ciò, leggiamo come le Scritture ci fanno sapere le considerazioni che faceva Filippo prima di battezzare in acqua qualcuno:

«E cammin facendo, giunsero a una cert’acqua. E l’eunuco disse: Ecco dell’acqua; che impedisce che io sia battezzato? Filippo disse: Se tu credi con tutto il cuore è possibile. L’Eunuco rispose: Io credo che Gesù Cristo è il Figliuol di Dio. E comandò che il carro si fermasse; e discesero ambedue nell’acqua, Filippo e l’eunuco; e Filippo lo battezzò.» (Atti 8:36-38)

Nel passo appena citato, si evince chiaramente che Filippo battezzava solo persone che credevano con tutto il cuore che Gesù Cristo è il Figliolo di Dio.

Quindi, alla luce di quanto abbiamo fin qui argomentato, risulta chiaro che nessuno può permettersi di dire che gli apostoli battezzavano tutti, credenti e non credenti, perché non è assolutamente confermato dalle Scritture, anzi, ciò sarebbe un grosso insulto rivolto contro gli apostoli e contro la Parola di Dio, la quale nel caso dei samaritani lo Spirito santo ha ispirato Luca a scrivere anche queste parole:

«Ma quand’ebbero CREDUTO a Filippo che annunziava loro la buona novella relativa al regno di Dio e al nome di Gesù Cristo, furon battezzati, uomini e donne.» (Atti 8:12)

Ora, se le Scritture ci fanno sapere che i samaritani hanno creduto alla Buona Novella annunziata da Filippo relativa al regno di Dio e al nome di Gesù Cristo, come si potrebbe credere a quello che dicono certi seduttori di menti, i quali asseriscono che i samaritani NON avevano creduto al messaggio di Filippo e non avevano lo Spirito santo dimorante in loro? Questo ultimo pensiero contrasta con quanto è scritto nella Parola, ed io non ho piacere di pensare che ci sia qualcuno che preferisce credere a certe ciance anziché a quello che è scritto nella Bibbia.

Giudicate voi, cari nel Signore, da persone intelligenti che siete, se bisogna credere a coloro che parlano annullando le Scritture per difendere una loro dottrina distorta dalla verità, oppure bisogna semplicemente credere a ciò che sta scritto nella Bibbia.

c) Il dono dello Spirito santo si riceve solo dopo il ravvedimento e la remissione dei peccati.

In difesa di quello che insegnano le Scritture ci sono tante altre cose da dire, tra le quali prendiamo in esame quanto è scritto nel libro degli Atti in questo passaggio:

«E Pietro a loro: Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remission de’ vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo.» (Atti 2:38)

Fratelli nel Signore, voglio che teniate sempre bene a mente quanto segue, quando i peccati di un incredulo vengono rimessi, ciò avviene perché ha creduto, cioè in pratica lo Spirito santo entrando in lui gli mette nel suo cuore la fede necessaria per credere che Gesù Cristo è morto anche per i suoi peccati e per mezzo di quella fede egli viene purificato dai suoi peccati e nasce di nuovo, diventando una nuova creatura.

Detto ciò, rileggendo le parole di Pietro citate sopra, vediamo che egli prima esorta i giudei a credere e, solo dopo aver creduto, essi avrebbero ricevuto IL DONO DELLO SPIRITO SANTO. Ma cosa si deve intendere per DONO DELLO SPIRITO SANTO? Ce lo spiega sempre la Parola di Dio:

«Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udivano la Parola. E tutti i credenti circoncisi che erano venuti con Pietro, rimasero stupiti che il dono dello Spirito Santo fosse sparso anche sui Gentili; poiché li udivano parlare in altre lingue, e magnificare Iddio.» (Atti 10:44-46)

Quindi, il dono dello Spirito santo non è un’espressione che indica l’esperienza della nuova nascita, con cui si riceve una misura dello Spirito santo, ma si riferisce alla promessa fatta da Dio e annunziata per mezzo dei profeti, che ha iniziato ad adempiersi il giorno della pentecoste, secondo quanto è descritto nel libro degli Atti al capitolo 2. Tale espressione si riferisce al riempimento di Spirito santo, con il segno di parlare in altre lingue.

d) Pietro racconta come Cornelio ha ricevuto il dono dello Spirito santo.

     In merito al dono dello Spirito santo ricevuto da Cornelio e quelli di casa sua, l’esperienza viene poi raccontata da Pietro equiparandola all’esperienza ricevuta dai discepoli il giorno della pentecoste (cfr Atti 2:4) con queste parole:

«E come avevo cominciato a parlare, lo Spirito Santo scese su loro, com’era sceso su noi da principio. Mi ricordai allora della parola del Signore, che diceva: ‘Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo’. Se dunque Iddio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato anche a noi che abbiam creduto nel Signor Gesù Cristo, chi ero io da potermi opporre a Dio?» (Atti 11:15-17)

Tale passo appena letto bisogna esaminarlo bene e tenerlo a mente, perché in esso vi è il riferimento a diversi modi con cui viene definita l’esperienza del battesimo con lo Spirito santo:

-      Furono ripieni dello Spirito santo (facendo riferimento all’esperienza descritta in Atti 2.4);

-      Battesimo con lo Spirito santo (ricordato da Giovanni Battista e da Gesù – Matteo 3:11; Atti 1:5);

-      Il dono dello Spirito santo (viene richiamato il dono come descritto in Atti 10:45).

e) Le lingue sono cessate?

Ora passiamo ad argomentare il passo di 1 Corinzi 13:8, molto usato dagli antipentecostali perché apparentemente pare che faccia al caso loro di dimostrare che le lingue sono cessate, invece non è come loro asseriscono:

«La carità non verrà mai meno. Quanto alle profezie, esse verranno abolite; quanto alle lingue, esse cesseranno; quanto alla conoscenza, essa verrà abolita; poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito (1 Corinzi 13:8-10)

Cari nel Signore, ma noi oggi conosciamo in parte o conosciamo le cose spirituali e anche le cose di questa vita in modo perfetto? È doveroso farsi questa domanda, perché la conoscenza è citata nel passo preso in esame insieme alle lingue e alla profezia, collegandole tutte alla stessa sorte, cioè cesseranno o saranno abolite tutte le cose citate nel passo quando la perfezione sarà venuta.

Per quale motivo si dovrebbe mai pensare che le profezie oggi siano abolite, o che le lingue siano cessate, mentre la conoscenza invece no, benché sia parte integrante di quelle cose che nello stesso momento in cui viene la perfezione cesseranno o saranno abolite? Per rispondere a tale quesito, basta tenere in considerazione che tutti i credenti hanno avuto, a partire da Paolo ad oggi, solo una conoscenza parziale delle cose di Dio e non è stata abolita, quindi la perfezione non è ancora giunta. C’è qualcuno che può osare di dire che conosce appieno? Questo serve per sapere con certezza se la perfezione è già venuta, considerato che viene chiamata in causa da taluni come il momento in cui le lingue cesseranno e il parlare in altre lingue saranno abolite, ma costoro dicendo che la perfezione è già venuta per far cessare la profezia e abolire le lingue, si dimenticano che la conoscenza non è stata abolita.

Non si può prendere, dunque, quel passo per fargli dire che le lingue e le profezie sono cessate, perché esse cesseranno solo quando la perfezione sarà venuta, e questa perfezione avverrà solamente alla venuta del SIGNORE nostro Gesù Cristo, solo allora, quando saremo risuscitati dai morti, ci sarà la perfezione, non prima, perché Gesù e i santi risuscitati saranno sulla terra insieme al Signore Gesù e non sarà più necessario che ci siano le profezie e il parlare in altre lingue. Ma fino ad allora, lo Spirito santo continuerà a donare a chi Egli vuole il dono di profezia, e nello stesso modo i credenti che saranno battezzati con lo Spirito santo inizieranno a parlare lingue nuove.

Una conferma che il dono spirituale della profezia non è ancora cessato e non cesserà mai fino alla venuta del Signore Gesù, lo si trova scritto nel libro di Apocalisse al capitolo 11, dove si parla dei due testimoni a cui sarà dato di profetizzare per un certo tempo, secondo quanto è scritto:

«E io darò ai miei due testimoni di profetare, ed essi profeteranno per milleduecentosessanta giorni, vestiti di cilicio.» (Apocalisse 11:3)

Quindi, per quale motivo si dovrebbe giungere a pensare che la perfezione è già venuta e non è più necessario il dono della profezia, mentre leggiamo nelle Scritture che prima della venuta del Signore Gesù, ai due testimoni è dato da Dio di profetizzare e compiere altri segni, prodigi e miracoli? Come potrebbe essere, a dire di coloro che dicono che la profezia è cessata, che prima il dono di profezia è cessato, poi viene dato ancora ai due testimoni di profetizzare prima della venuta del Signore Gesù Cristo?

No, cari fratelli nel Signore, le cose non stanno così come dicono gli antipentecostali, i quali non credono nella potenza di Dio e non conoscono le Scritture come andrebbero conosciute.

 

3.  CONCLUSIONI

Riconosciamo che è vero che ci sono molti falsi profeti, molte false profezie, ne dobbiamo dare atto, ma il fatto che ci siano delle manifestazioni dei doni dello Spirito santo falsi, ciò non può assolutamente annullare la veracità di quanto è scritto nella Bibbia in riferimento ai doni che provengono dall’alto, dall’Iddio vivente e vero.

Voglio terminare questa mia apologia in difesa della promessa dello Spirito santo e il parlare in altre lingue, ricordandovi, soprattutto a voi che parlate contro queste cose, che bisogna stare molto attenti, fratelli nel Signore, perché nel dire che se uno parla in lingue lo fa ad opera di spiriti immondi, rischia di macchiarsi del peccato imperdonabile della bestemmia contro lo Spirito santo, se è lo Spirito santo che parla queste lingue per bocca dei fratelli. Fate dunque molta attenzione a quello che dite e contro chi lo dite, perché se parlate in tale maniera contro false manifestazioni dello Spirito santo, allora non correte nessun pericolo, ma se parlate contro le vere manifestazioni dello Spirito santo, allora potete incorrere nel commettere la bestemmia contro lo Spirito santo, e questo peccato non può avere remissione in eterno, chi lo commette va dritto all’inferno (cfr Matteo 12:22-37).

Non è stato facile neppure per me credere nel parlare in altre lingue, perché appena convertito sono stato deviato nella mia crescita spirituale dalle false lingue che si parlavano in quasi tutte le comunità pentecostali. Ma ringraziato sia Iddio che mi ha fatto intendere che bisogna attenersi a quello che è scritto nella Bibbia e non a quello che vediamo con gli occhi e sentiamo con le nostre orecchie. Che grande lezione ho ricevuto da Dio a questo proposito.

Cari nel Signore, al termine di questa breve e solo parziale dissertazione, vi esorto a pregare e a domandare a Dio la verità intorno a questa importante promessa dello Spirito santo, perché se voi riceverete il dono dello Spirito santo, sarete molto più potenti ed efficaci nel servire il Signore e nel testimoniare della sua morte e della sua risurrezione. Vi pare che sia poca cosa questa? O che non sia utile? Voi che siete nati di nuovo, dovette essere sicuri di avere lo Spirito santo dimorante in voi, altrimenti non potreste dire di appartenere a Cristo (cfr Romani 8:9), ma lo avete solo in una certa misura, nello stesso modo con cui avete una misura di fede (cfr Romani 12:3); quello che vi manca è la parte restante del dono dello Spirito santo che vi riempia completamente, in modo da traboccare di Spirito santo, con la manifestazione del parlare in altre lingue, che non dipende assolutamente dalla vostra volontà, ma dallo Spirito santo, che parla le lingue quando Egli vuole.

Chi crede in tutte le promesse di Dio che sono scritte nelle Scritture, si studia affinché sia presentato tutto il consiglio di Dio e la sana dottrina a tutti i fedeli nel Signore, senz’avere la pretesa di poter convincere tutti, ma avendo piena fiducia che coloro a cui Iddio darà di intendere, essi intenderanno, ed è proprio per costoro che bisogna sforzarsi in tutti i modi per annunziare loro tutto il consiglio di Dio.

Chi ha orecchie oda e faccia attenzione alla somma della Parola, senza fermarsi a considerare solo alcuni passi ed omettendo volontariamente di capire ed accettare tutti i validi ragionamenti che si possono fare tratti dalle sacre Scritture.

Nessuno vi seduca con vani ragionamenti.

Giuseppe Piredda


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