Attraverso il profeta Gioele, Iddio ha promesso il dono dello Spirito santo ai
giudei e ai gentili
(cfr Gioele 2:28-32).
Tale promessa di Dio ha iniziato ad adempiersi il giorno della festa giudaica
denominata della pentecoste, cinquanta giorni dopo che Gesù è risuscitato dai
morti
(cfr Atti 2:16-20).
In riferimento a tale promessa del dono dello Spirito santo, la cui
manifestazione esteriore è necessariamente accompagnata dal parlare in altre
lingue, Pietro dichiara che è per tutti, per i giudei e anche per i gentili, e
per tutti coloro che avrebbero creduto da lì in poi, secondo quanto leggiamo
nelle sacre Scritture:
«E Pietro a loro: Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remission de’ vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Poiché per voi è la promessa, e per i vostri figliuoli, e per tutti quelli che son lontani, per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà.» (Atti 2:38-39)
Oltre al profeta Gioele, a Giovanni Battista e a Pietro, anche Gesù ricorda la
promessa, definendola in questo modo:
«Poiché
Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo
tra non molti giorni.
…
Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà
su voi,
e mi sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino
all’estremità della terra.»
(Atti
1:5,8)
Quindi,
ricevere il battesimo con lo Spirito santo, chiamato anche il dono dello Spirito
santo, significa ricevere una maggiore e più efficace “potenza” dello Spirito
santo, per rendere testimonianza del nome di Gesù in ogni luogo ci si trovi.
Molti
credenti, purtroppo, non accettano di buon grado questo “parlare in lingue”
strettamente connesso al battesimo con lo Spirito santo, lo trovano molto
strano, e diversi di loro, essendo anche stati scandalizzati da una certa
cerchia di pentecostali con la loro condotta carnale e sconveniente, o avendone
sentito parlare negativamente dei pentecostali, hanno trovato più conveniente
giungere a pensare che tale promessa non sia più valida per i
nostri giorni.
Premesso quanto detto sopra, rivolgo queste mie parole soprattutto a coloro che
non accettano la promessa dello Spirito santo, affinché ricevano argomenti e
passi della Bibbia su cui riflettere, con la speranza che giungano così a
riconoscere la verità di quanto è scritto nella Parola di Dio, la quale non può
essere annullata da qualche testimonianza negativa di talune persone che
falsificano il parlare in altre lingue.
Per annullare la promessa di cui stiamo parlando, certi credenti prendono in
esame solo quei passi del libro dei Fatti apostolici in cui si parla di
riempimento di Spirito santo senza che a tale esperienza sia sempre indicato il
parlare in altre lingue.
Siccome gli fa comodo in questa occasione, usano tale principio guida nel fare
un ragionamento tratto dalle Scritture. Ho voluto prendere in considerazione
tale principio, per rispondergli e per rendere chiara la questione a chi è
confuso e vuole sapere la verità. Le cose che dico in questo articolo traggono
origine da miei commenti sui social scritti in risposta alle obiezioni sollevate
da taluni.
Un tale modo di ragionare degli antipentecostali, che fa uso di ristretti passi
della Bibbia indirizzandoli verso una certa direzione da loro voluta, risulta
essere molto riduttiva rispetto alla somma della Parola di Dio; infatti, non
tiene conto di tutti gli altri passi degli Atti degli Apostoli che associano
all’esperienza del riempimento di Spirito santo con la conseguente
manifestazione del parlare in altre lingue sconosciute.
Da tutta l’esperienza che oramai ho maturato in tanti anni di fede, posso con
certezza dire che i ragionamenti degli antipentecostali sono frutto soltanto di
una mancanza di fede in un’ampia parte di ciò che sta scritto nella Parola di
Dio. Costoro non accettano che sia ancora per oggi tutti i doni di ministerio
(cfr Efesini 4:11-15), i sogni, le visioni, le guarigioni divine, le
rivelazioni di Dio, i doni spirituali
(cfr 1 Corinzi 12:1-11), tutto
ciò che in qualche modo è collegato al soprannaturale e alla manifestazione
diretta dello Spirito santo.
Pertanto, per rispondere a quello che asseriscono costoro limitatamente a cert
passi della Bibbia, senza tener conto anche dei passi dove chiaramente viene
associato il parlare in altre lingue come conseguenza del riempimento di Spirito
santo, ho voluto procedere con l’esaminare alcuni passi delle Scritture da cui
trarre delle deduzioni utili a comprovare che la promessa del dono dello Spirito
santo è valida ancora per oggi esattamente com’è avvenuto nel giorno della
pentecoste.
Dal libro degli Atti leggiamo queste parole scritte da Luca:
«E Anania se ne andò, ed entrò in quella casa; e avendogli imposte le mani,
disse: Fratello Saulo, il Signore, cioè Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale tu venivi, mi ha mandato perché tu ricuperi la vista e sii ripieno
dello Spirito Santo.» (Atti 9:17)
Ora, leggiamo queste altre parole scritte da Paolo:
«Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi» (1 Corinzi 14:18)
Pertanto, benché non sia detto chiaramente nel passo scritto negli Atti che
Paolo ha parlato in lingue dopo essere stato ripieno di Spirito santo, pure ci è
lecito pensare che abbia iniziato a parlare in altre lingue proprio nel momento
in cui è scritto che è stato ripieno di Spirito santo, a seguito
dell’imposizione delle mani di Anania.
Non bisogna dimenticare che la promessa in argomento, preannunciata dal profeta
Gioele, ha iniziato ad adempiersi in Atti 2:4, con la conseguenza esteriore del
parlare in altre lingue, ed è quindi corretto pensare che sia avvenuto
esattamente nella stessa maniera anche tutte quelle altre volte che nelle
Scritture si parla di essere ripieni di Spirito santo, anche se non è
specificato espressamente.
Nel caso in cui, invece, si voglia forzatamente pensare che quando si viene
riempiti di Spirito santo non necessariamente si parli in altre lingue, si
annulla la verità di tali e degli altri passi delle Scritture che lo dichiarano
espressamente. Se si crede, invece, in virtù di alcuni passi di esempio
riportati nelle Scritture, che ogniqualvolta un credente viene riempito di
Spirito santo questi parli in lingue straniere, ciò non annulla e non contrasta
nessun passo biblico, anzi, integra quelle parti non espresse per iscritto.
Quindi, il principio usato dagli antipentecostali:
“non
è scritto chiaramente in tutti i passi, quindi non è come dicono i pentecostali”,
è molto riduttivo e inefficace in merito a molti altri passi delle Scritture da
loro non presi in considerazione, infatti, tale principio non può essere valido
in tutte le circostanze e ragionamenti; ad esempio, in tutti quei casi in cui è
scritto in Atti che delle anime si sono convertite al Signore, ma non è
altrettanto chiaramente scritto che le stesse sono state subito dopo battezzate
in acqua, con l’applicazione di tale principio non si è legittimati ad asserire
che, siccome NON STA SCRITTO CHIARAMENTE in tutti i passi, allora tali neo
convertiti NON SONO STATI BATTEZZATI IN ACQUA. La validità di un principio preso
a base di un ragionamento, deve poter essere ritenuto valido anche per altri
passi simili delle Scritture. È anche in conseguenza di questo modo di ragionare
che trovano origine le eresie e le false dottrine distruttive per la Chiesa di
Dio, adattando e confezionando un ragionamento diverso per ogni occasione e
passo, in base alle circostanze e alle necessità di adattamento al proprio
credo.
Voglio farvi notare, che il principio da me difeso, risulta valido sia per
quanto riguarda il parlare in altre lingue, sia per quanto riguarda coloro che
sono stati battezzati in acqua dopo che hanno creduto. Infatti, è più
ragionevole credere che, benché non sia scritto espressamente, gli apostoli in
obbedienza al comando dato loro da Gesù
(cfr Matteo 28:19), abbiano
battezzato in acqua tutti i neo convertiti; il medesimo ragionamento si può
fare, quindi, anche per il parlare in altre lingue, che si manifesta ogni
qualvolta un credente viene riempito con lo Spirito santo.
Dalla misura della fede presente nel cuore del credente deriva la differenza tra
i due ragionamenti evidenziati alla lettera precedente; infatti, se si ha fede
in Dio e nella Sua potenza, il ragionamento che ne scaturisce sarà tratto dalle
Scritture evitando di contraddire anche un solo passo; mentre, coloro che hanno
poca fede in Dio e non credono nella promessa del dono di Dio di cui stiamo
argomentando, si sforzeranno in tutti i modi possibili per cercare di annullare
quei passi delle Scritture in cui non credono, senza curarsi minimamente che i
loro discorsi non possono trovare una corretta e coerente applicazione generale.
Ho potuto constatare, purtroppo, da ciò che dicono e scrivono gli
antipentecostali, che non solo manifestano mancanza di fede per quanto riguarda
il dono dello Spirito santo con il segno del parlare in altre lingue, ma persino
per quanto riguarda la conversione di un credente, questi evidenziano con il
loro parlare delle gravi lacune anche di conoscenza su altre dottrine
fondamentali.
Un credente deve necessariamente conoscere, prima di poter parlare agli altri,
almeno ciò che insegnano le Scritture per quanto riguarda la conversione di
quelli che sono morti spiritualmente, il che avviene attraverso la rigenerazione
dello Spirito santo, diventando grazie a ciò un figliolo di Dio. Si diventa
credenti nel momento in cui il Padre celeste attira un’anima perduta a Gesù, poi
lo Spirito santo entra ad abitare nell’uomo peccatore producendo in lui la
rigenerazione spirituale, introducendo nel suo cuore la fede nel sacrificio che
ha compiuto Gesù Cristo sulla croce
(cfr Giovanni 3:3,5; 16:8-11; Romani
8:9).
È gravissimo, dunque, che certi antipentecostali, per poter annullare la grande
e potente promessa di Dio del dono dello Spirito santo, non trovano di meglio da
dire che contraddire persino quello che è scritto nella Parola di Dio, per
quanto riguarda la salvezza delle anime. Infatti, costoro si espongono a dire
che i samaritani dopo che furono evangelizzati e battezzati dall’evangelista
Filippo non avevano veramente creduto e non avevano dimorante in loro lo Spirito
santo, ma lo ricevettero solo in seguito ad opera dell’imposizione delle mani
degli apostoli
(cfr Atti 8:4-17).
In merito alla conversione dei samaritani, è bene ricordare che nelle sacre Scritture è scritto:
«Ma quand’ebbero creduto a Filippo che annunziava loro la buona novella relativa al regno di Dio e al nome di Gesù Cristo, furon battezzati, uomini e donne.» (Atti 8:12)
Dal quel passo si evince senza ombra di dubbio che i samaritani avevano realmente creduto al messaggio della buona novella annunziata da Filippo e, per credere, come si legge nel vangelo di Giovanni al capitolo 16:8-11, è necessario che ci sia l’intervento dello Spirito santo con la rigenerazione spirituale, altrimenti nessun uomo può credere. In pratica avviene che lo Spirito santo da quel momento della rigenerazione spirituale entra ad abitare nel cuore dell’uomo che era prima perduto ed è, da quel momento, pienamente salvato.
È assolutamente falso pensare che Filippo avesse potuto battezzare degli increduli che non erano stati rigenerati dallo Spirito santo, perché, prima di battezzare qualcuno, Filippo si accertava doviziosamente se tale persona aveva creduto veramente oppure no che Gesù è il Figliolo di Dio, prima di poterlo battezzare in acqua.
A conferma di ciò, leggiamo come le Scritture ci fanno sapere le considerazioni
che faceva Filippo prima di battezzare in acqua qualcuno:
«E cammin facendo, giunsero a una cert’acqua. E l’eunuco disse: Ecco dell’acqua;
che impedisce che io sia battezzato? Filippo disse: Se tu credi con tutto il
cuore è possibile. L’Eunuco rispose: Io credo che Gesù Cristo è il Figliuol di
Dio. E comandò
che il carro si fermasse; e discesero ambedue nell’acqua, Filippo e l’eunuco; e
Filippo lo battezzò.»
(Atti 8:36-38)
Nel passo appena citato, si evince chiaramente che Filippo battezzava solo
persone che credevano con tutto il cuore che Gesù Cristo è il Figliolo di Dio.
Quindi, alla luce di quanto abbiamo fin qui argomentato, risulta chiaro che
nessuno può permettersi di dire che gli apostoli battezzavano tutti, credenti e
non credenti, perché non è assolutamente confermato dalle Scritture, anzi, ciò
sarebbe un grosso insulto rivolto contro gli apostoli e contro la Parola di Dio,
la quale nel caso dei samaritani lo Spirito santo ha ispirato Luca a scrivere
anche queste parole:
«Ma quand’ebbero CREDUTO a Filippo che annunziava loro la buona novella relativa
al regno di Dio e al nome di Gesù
Cristo, furon battezzati, uomini e donne.»
(Atti 8:12)
Ora, se le Scritture ci fanno sapere che i samaritani hanno creduto alla Buona
Novella annunziata da Filippo relativa al regno di Dio e al nome di Gesù Cristo,
come si potrebbe credere a quello che dicono certi seduttori di menti, i quali
asseriscono che i samaritani NON avevano creduto al messaggio di Filippo e non
avevano lo Spirito santo dimorante in loro? Questo ultimo pensiero contrasta con
quanto è scritto nella Parola, ed io non ho piacere di pensare che ci sia
qualcuno che preferisce credere a certe ciance anziché a quello che è scritto
nella Bibbia.
Giudicate voi, cari nel Signore, da persone intelligenti che siete, se bisogna
credere a coloro che parlano annullando le Scritture per difendere una loro
dottrina distorta dalla verità, oppure bisogna semplicemente credere a ciò che
sta scritto nella Bibbia.
c) Il dono dello Spirito santo si riceve solo dopo il ravvedimento e la
remissione dei peccati.
In difesa di
quello che insegnano le Scritture ci sono tante altre cose da dire, tra le quali
prendiamo in esame quanto è scritto nel libro degli Atti in questo passaggio:
«E Pietro a loro: Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù
Cristo, per la remission de’ vostri peccati, e voi riceverete il dono dello
Spirito Santo.»
(Atti 2:38)
Fratelli nel Signore, voglio che teniate sempre bene a mente quanto segue,
quando i peccati di un incredulo vengono rimessi, ciò avviene perché ha creduto,
cioè in pratica lo Spirito santo entrando in lui gli mette nel suo cuore la fede
necessaria per credere che Gesù Cristo è morto anche per i suoi peccati e per
mezzo di quella fede egli viene purificato dai suoi peccati e nasce di nuovo,
diventando una nuova creatura.
Detto ciò, rileggendo le parole di Pietro citate sopra, vediamo che egli prima
esorta i giudei a credere e, solo dopo aver creduto, essi avrebbero ricevuto IL
DONO DELLO SPIRITO SANTO. Ma cosa si deve intendere per DONO DELLO SPIRITO
SANTO? Ce lo spiega sempre la Parola di Dio:
«Mentre Pietro parlava così,
lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udivano la Parola. E tutti i credenti
circoncisi che erano venuti con Pietro, rimasero stupiti che il dono dello
Spirito Santo fosse sparso anche sui Gentili; poiché li udivano parlare in
altre lingue, e magnificare Iddio.»
(Atti 10:44-46)
Quindi, il dono dello Spirito santo
non è un’espressione che indica l’esperienza della nuova nascita, con cui si
riceve una misura dello Spirito santo, ma si riferisce alla promessa fatta da
Dio e annunziata per mezzo dei profeti, che ha iniziato ad adempiersi il giorno
della pentecoste, secondo quanto è descritto nel libro degli Atti al capitolo 2.
Tale espressione si riferisce al riempimento di Spirito santo, con il segno di
parlare in altre lingue.
d) Pietro racconta come Cornelio ha ricevuto il dono dello Spirito santo.
In merito al dono
dello Spirito santo ricevuto da Cornelio e quelli di casa sua, l’esperienza
viene poi raccontata da Pietro equiparandola all’esperienza ricevuta dai
discepoli il giorno della pentecoste
(cfr Atti 2:4) con queste parole:
«E come avevo cominciato a parlare, lo Spirito Santo scese su loro, com’era
sceso su noi da principio. Mi ricordai allora della parola del Signore, che
diceva: ‘Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo
Spirito Santo’. Se dunque Iddio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato
anche a noi che abbiam creduto nel Signor Gesù
Cristo,
chi ero io da potermi opporre a Dio?»
(Atti 11:15-17)
Tale passo appena letto bisogna esaminarlo bene e tenerlo a mente, perché in esso vi è il riferimento a diversi modi con cui viene definita l’esperienza del battesimo con lo Spirito santo:
- Furono ripieni dello Spirito santo (facendo riferimento all’esperienza descritta in Atti 2.4);
- Battesimo con lo Spirito santo (ricordato da Giovanni Battista e da Gesù – Matteo 3:11; Atti 1:5);
-
Il dono dello Spirito santo
(viene richiamato il dono come descritto in Atti 10:45).
e) Le lingue sono cessate?
Ora passiamo ad
argomentare il passo di 1 Corinzi 13:8, molto usato dagli antipentecostali
perché apparentemente pare che faccia al caso loro di dimostrare che le lingue
sono cessate, invece non è come loro asseriscono:
«La carità
non verrà mai meno. Quanto alle profezie, esse verranno abolite; quanto alle
lingue, esse cesseranno; quanto alla conoscenza, essa verrà abolita; poiché
noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione
sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito.»
(1 Corinzi 13:8-10)
Cari nel Signore, ma noi oggi conosciamo in parte o conosciamo le cose
spirituali e anche le cose di questa vita in modo perfetto? È doveroso farsi
questa domanda, perché la conoscenza è citata nel passo preso in esame insieme
alle lingue e alla profezia, collegandole tutte alla stessa sorte, cioè
cesseranno o saranno abolite tutte le cose citate nel passo quando la perfezione
sarà venuta.
Per quale motivo si dovrebbe mai pensare che le profezie oggi siano abolite, o
che le lingue siano cessate, mentre la conoscenza invece no, benché sia parte
integrante di quelle cose che nello stesso momento in cui viene la perfezione
cesseranno o saranno abolite? Per rispondere a tale quesito, basta tenere in
considerazione che tutti i credenti hanno avuto, a partire da Paolo ad oggi,
solo una conoscenza parziale delle cose di Dio e non è stata abolita, quindi la
perfezione non è ancora giunta. C’è qualcuno che può osare di dire che conosce
appieno? Questo serve per sapere con certezza se la perfezione è già venuta,
considerato che viene chiamata in causa da taluni come il momento in cui le
lingue cesseranno e il parlare in altre lingue saranno abolite, ma costoro
dicendo che la perfezione è già venuta per far cessare la profezia e abolire le
lingue, si dimenticano che la conoscenza non è stata abolita.
Non si può prendere, dunque, quel passo per fargli dire che le lingue e le
profezie sono cessate, perché esse cesseranno solo quando la perfezione sarà
venuta, e questa perfezione avverrà solamente alla venuta del SIGNORE nostro
Gesù Cristo, solo allora, quando saremo risuscitati dai morti, ci sarà la
perfezione, non prima, perché Gesù e i santi risuscitati saranno sulla terra
insieme al Signore Gesù e non sarà più necessario che ci siano le profezie e il
parlare in altre lingue. Ma fino ad allora, lo Spirito santo continuerà a donare
a chi Egli vuole il dono di profezia, e nello stesso modo i credenti che saranno
battezzati con lo Spirito santo inizieranno a parlare lingue nuove.
Una conferma che il dono spirituale della profezia non è ancora cessato e non
cesserà mai fino alla venuta del Signore Gesù, lo si trova scritto nel libro di
Apocalisse al capitolo 11, dove si parla dei due testimoni a cui sarà dato di
profetizzare per un certo tempo, secondo quanto è scritto:
«E io darò
ai miei due testimoni di profetare, ed essi profeteranno per
milleduecentosessanta giorni, vestiti di cilicio.»
(Apocalisse 11:3)
Quindi, per quale motivo si dovrebbe giungere a pensare che la perfezione è già
venuta e non è più necessario il dono della profezia, mentre leggiamo nelle
Scritture che prima della venuta del Signore Gesù, ai due testimoni è dato da
Dio di profetizzare e compiere altri segni, prodigi e miracoli? Come potrebbe
essere, a dire di coloro che dicono che la profezia è cessata, che prima il dono
di profezia è cessato, poi viene dato ancora ai due testimoni di profetizzare
prima della venuta del Signore Gesù Cristo?
No, cari fratelli nel Signore, le cose non stanno così come dicono gli
antipentecostali, i quali non credono nella potenza di Dio e non conoscono le
Scritture come andrebbero conosciute.
Riconosciamo che è vero che ci sono molti falsi profeti, molte false profezie,
ne dobbiamo dare atto, ma il fatto che ci siano delle manifestazioni dei doni
dello Spirito santo falsi, ciò non può assolutamente annullare la veracità di
quanto è scritto nella Bibbia in riferimento ai doni che provengono dall’alto,
dall’Iddio vivente e vero.
Voglio terminare questa mia apologia in difesa della promessa dello Spirito
santo e il parlare in altre lingue, ricordandovi, soprattutto a voi che parlate
contro queste cose, che bisogna stare molto attenti, fratelli nel Signore,
perché nel dire che se uno parla in lingue lo fa ad opera di spiriti immondi,
rischia di macchiarsi del peccato imperdonabile della bestemmia contro lo
Spirito santo, se è lo Spirito santo che parla queste lingue per bocca dei
fratelli. Fate dunque molta attenzione a quello che dite e contro chi lo dite,
perché se parlate in tale maniera contro false manifestazioni dello Spirito
santo, allora non correte nessun pericolo, ma se parlate contro le vere
manifestazioni dello Spirito santo, allora potete incorrere nel commettere la
bestemmia contro lo Spirito santo, e questo peccato non può avere remissione in
eterno, chi lo commette va dritto all’inferno
(cfr Matteo 12:22-37).
Non è stato facile neppure per me credere nel parlare in altre lingue, perché
appena convertito sono stato deviato nella mia crescita spirituale dalle false
lingue che si parlavano in quasi tutte le comunità pentecostali. Ma ringraziato
sia Iddio che mi ha fatto intendere che bisogna attenersi a quello che è scritto
nella Bibbia e non a quello che vediamo con gli occhi e sentiamo con le nostre
orecchie. Che grande lezione ho ricevuto da Dio a questo proposito.
Cari nel Signore, al termine di questa breve e solo parziale dissertazione, vi
esorto a pregare e a domandare a Dio la verità intorno a questa importante
promessa dello Spirito santo, perché se voi riceverete il dono dello Spirito
santo, sarete molto più potenti ed efficaci nel servire il Signore e nel
testimoniare della sua morte e della sua risurrezione. Vi pare che sia poca cosa
questa? O che non sia utile? Voi che siete nati di nuovo, dovette essere sicuri
di avere lo Spirito santo dimorante in voi, altrimenti non potreste dire di
appartenere a Cristo
(cfr Romani 8:9), ma lo avete
solo in una certa misura, nello stesso modo con cui avete una misura di fede
(cfr Romani 12:3); quello che vi manca è la parte restante del dono
dello Spirito santo che vi riempia completamente, in modo da traboccare di
Spirito santo, con la manifestazione del parlare in altre lingue, che non
dipende assolutamente dalla vostra volontà, ma dallo Spirito santo, che parla le
lingue quando Egli vuole.
Chi crede in tutte le promesse di Dio che sono scritte nelle Scritture, si
studia affinché sia presentato tutto il consiglio di Dio e la sana dottrina a
tutti i fedeli nel Signore, senz’avere la pretesa di poter convincere tutti, ma
avendo piena fiducia che coloro a cui Iddio darà di intendere, essi
intenderanno, ed è proprio per costoro che bisogna sforzarsi in tutti i modi per
annunziare loro tutto il consiglio di Dio.
Chi ha orecchie oda e faccia attenzione alla somma della Parola, senza fermarsi
a considerare solo alcuni passi ed omettendo volontariamente di capire ed
accettare tutti i validi ragionamenti che si possono fare tratti dalle sacre
Scritture.
Nessuno vi seduca con vani ragionamenti.
Giuseppe Piredda